22, Gennaio, 2025

Crisi del comparto moda, l’allarme di CNA: “Salvare la filiera deve essere una priorità”

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La crisi del comparto moda colpisce ancora duramente il Valdarno, territorio in cui almeno una famiglia su quattro conta su uno stipendio guadagnato lavorando proprio in imprese del comparto e dell’indotto della moda. Si tratta di una crisi profonda, come le associazioni di categoria ribadiscono da settimane.

A riportare l’attenzione sulla necessità di misure immediate è il Presidente di CNA Federmoda di Arezzo e Toscana, il valdarnese Paolo Pernici. “È il momento di individuare strategie che non siano solo difensive, pur indispensabili, ma di lungo termine perché il nostro paese non può rinunciare a un settore che ne rappresenta la storia”, afferma Pernici.

I numeri di CNA permettono di tracciare il quadro: in Provincia di Arezzo le imprese del comparto moda attive nei primi nove mesi del 2024 sono 876 di cui 104 del tessile, 432 dell’abbigliamento e 340 della pelle-calzature, pari al 2,22% del totale delle imprese del manifatturiero. Se confrontiamo questi dati con lo stesso periodo dell’anno precedente (31 dicembre 2023) si registra una perdita di 33 aziende di cui 4 nel tessile, 11 nell’abbigliamento e 18 nella pelle-calzature.

Analoga perdita si registra anche nel numero degli occupati, con una flessione del 6,5% e 391 addetti in meno. Le aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, infine, sono cresciute di oltre il 50% nell’ultimo trimestre del 2024.

“Impressionante poi il calo dei volumi produttivi rispetto al 2022, con la conseguenza che l’intera filiera, a partire ovviamente dalle aziende più fragili che sono le più piccole, rischia di saltare – prosegue Pernici – a fronte di questa situazione, la reazione ha prodotto, a livello delle scelte di Governo, misure largamente insufficienti e l’intero comparto ha a volte dato la sensazione quasi di non voler ammettere le difficoltà che pure erano sotto gli occhi di tutti. Oggi invece è proprio il sistema, a partire dalla Camera Nazionale della Moda, a chiedere di mettere in campo provvedimenti urgenti e strategie che siano in grado di tenere in vita una filiera produttiva che rischia altrimenti di arrivare collassata al momento dell’auspicata ripresa del mercato, attesa per la seconda parte del 2025 e per il 2026 grazie anche al ritorno agli acquisti da parte del mercato cinese e all’auspicata fine dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina”.

“Ricordiamoci – conclude il Presidente di CNA Federmoda di Arezzo e Toscana Paolo Pernici – che quando parliamo di Made in Italy bisogna estendere il concetto a tutto quello che è prodotto nel nostro paese, che nel nostro settore spesso è fatto per marchi internazionali, e che quindi anche questa filiera ha bisogno di riconoscibilità e sostegno. Lo dobbiamo alle nostre imprese e ai nostri artigiani che rappresentano davvero un’eccellenza italiana che ha le qualità per resistere e rilanciarsi ma che adesso ha necessità di essere sostenuta”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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