Sono stati arrestati i presunti colpevoli del furto alla pelletteria della Pian di Rona, nella notte del 13 aprile scorso: si tratta di 9 persone, cittadini romeni, ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più furti in tutta Italia, sempre con obiettivo capi di abbigliamento e accessori di marchi prestigiosi. Gli arresti sono stati eseguiti dalle prime ore dell’alba di oggi nelle province di Monza Brianza, Milano, Lecco, Bergamo e Piacenza: le operazioni sono state condotte dai militari del Comando Provinciale di Monza Brianza, coadiuvati dai Comandi territorialmente competenti, per dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Monza su richiesta della Procura.
Le indagini sui colpi di questa banda specializzata, coordinate dal Procuratore Aggiunto Dottoressa Manuela Massenz della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza, erano partite già nel novembre 2021 a seguito di un maxi furto dal valore di oltre 350mila euro avvenuto nella ditta MA.BI di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine: anche in quel caso una azienda che opera per conto di noti marchi della moda. Dalle immagini della videosorveglianza gli investigatori avevano capito che i ladri erano arrivati sul posto con mezzi rubati nelle ore precedenti.
Secondo gli investigatori, l’organizzazione criminale, composta da nove persone, aveva base operativa nella provincia di Monza Brianza e organizzava tutto nei minimi dettagli, con un modus operandi spesso simile da colpo a colpo. Per fuggire dopo i furti, di solito, bloccavano le principali vie di accesso ai magazzini e caveaux posizionando veicoli rubati e incendiando pneumatici in mezzo alle strade per ostacolare l’accesso delle forze dell’ordine: esattamente quello che è avvenuto anche sulla Pian di Rona a Reggello. Inoltre, i malviventi utilizzavano auto rubate come “ariete” per forzare i cancelli di ingresso nei vari colpi: gli inquirenti parlano di 75 mezzi rubati nelle Province di Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Udine, Pordenone ed Arezzo. Tutta la merce rubata, inoltre, in attesa di essere venduta, veniva custodita dal proprietario di un’autofficina di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, in cambio di un pagamento di 2mila euro da parte della banda.
Secondo quanto emerso dalle indagini, sono 11 i colpi realizzati dalla banda presso altrettanti depositi di marchi “griffati”, tra furti veri e propri e quelli soltanto tentati: il profitto illecito è stimato in circa 1 milione di euro, frutto di colpi commessi nell’arco di soli 3 mesi in tutto il Nord Italia. Ieri a Paderno Dugnano è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione colui che percepiva dalla banda un reddito per custodire la merce rubata: ed è stato in questa circostanza che i militari, su segnalazione del Nucleo Investigativo, hanno ritrovato dentro l’autofficina le 345 borse firmate in pelle, rubate nella notte del 13 aprile a Reggello: tutta la merce è stata riconsegnata al proprietario.