I rappresentanti di imprese e aziende del Valdarno fanno il punto dopo gli incontri con i comuni. Resta la difficoltà di far fronte ai tagli, ma secondo le Categorie economiche ci sono aspetti da migliorare. Come la gestione del servizio dei rifiuti
Non si ferma il pressing delle Categorie economiche del Valdarno sulle amministrazioni locali: dall'inizio dell'anno il Comitato ha di nuovo incontrato i sindaci della vallata, per continuare le attività di sensibilizzazione e condivisione dei problemi che esistono nel territorio e soprattutto di quelli riguardanti le imprese.
I rappresentanti di aziende, imprese, commercianti e artigiani hanno chiesto un incontro ai comuni prima dell’approvazione dei bilanci preventivi dell’anno in corso: "Una richiesta allo scopo di capire quali fossero e se ci fossero variazioni in aumento dell’attuale tassazione locale e per evitare eventuali strumentalizzazioni delle soluzioni adottate".
Insomma un confronto sui temi 'sensibili', quelli legati appunto alle tassazioni alle imprese. "Tutti gli amministratori hanno sottolineato che ci sono state delle forti riduzioni dei trasferimenti dello Stato ai singoli Comuni. Questo impone alle amministrazioni locali una attenzione maggiore nell’uso delle risorse al fine di non aumentare le imposte sui cittadini e sulle imprese".
La buona notizia è che la maggior parte delle amministrazioni comunali valdarnesi non prevedono aumenti, bensì un mantenimento delle aliquote delle principali imposte. "Si potrebbero registrare lievi aumenti nel comune di Bucine sulla Tasi, imposta sui servizi indivisibili, che inizialmente doveva passare dall'1,2 al 1,8 sulle seconde case e sui fabbricati produttivi, con aumento dello 0,6: ma iè in atto una verifica approfondita che dovrebbe limitare in modo considerevole l’aumento".
Sulle amministrazioni il Comitato delle Categorie economiche richiama la massima attenzione per evitare aumenti e non peggiorare ulteriormente la situazione economica delle imprese del territorio, fortemente colpito da una situazione di sostanziale crisi che perdura dal 2008.
Più critica la posizione sul fronte dei rifiuti. "In questo settore pesa l’applicazione del più volte criticato Contratto di affidamento di SEI Toscana. Il contratto prevede infatti un incremento progressivo dei costi di raccolta e trasporto dei rifiuti e spazzamento delle strade, nei Comuni delle 3 province di Arezzo, Siena e Grosseto. Da un importo di partenza pari ad 98 milioni, si dovrebbe arrivare progressivamente a 104 milioni di euro entro il 2017. Gli stessi Sindaci si sono adoperati per arrivare a quell’importo in maniera più graduale e l’incremento previsto per il 2015 è limitato ad 1 milione di euro".
"A questo importo si devono però aggiungere gli aumenti per lo smaltimento, e i costi per i servizi accessori richiesti dai Comuni a SEI. Le amministrazioni stanno da tempo attuando politiche di contenimento dei costi e una spending review, per contenere quanto più possibile le ripercussioni degli aumenti di varia natura che gravano sui bilanci delle famiglie e delle imprese".
"Noi imprenditori del Comitato delle categorie economiche, ci chiediamo come mai nel resto dei paesi sviluppati, i rifiuti ed il loro trattamento sono un’opportunità di business mentre da noi sono un costo che cresce progressivamente in maniera esponenziale? E quale è stata la finalità di affidare la gestione del servizio ad una mega società, SEI Toscana, ad un costo così elevato? È così che si fanno le economie di scala? Perché questa operazione non ha prodotto una riduzione dei costi, ma al contrario fino ad oggi abbiamo subito solo incrementi e questa tendenza si preannuncia anche per il futuro".
"Certe scelte cosi strategiche ed importanti andrebbero fatte valutando prioritariamente i numeri conseguenti – conclude il Comitato – ad esempio, si rileva che il costo medio a cittadino nel nord è di circa 160 €; nella nostra area vasta è di circa 200 € a cittadino; perché questa differenza? Insomma sul concetto di spending review ed efficienza gestionale c’è tanto ancora da fare".