18, Aprile, 2024

Beni confiscati alla mafia: il tour si ferma anche a Le Ville

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La manifestazione è organizzata da Libera Toscana. A Terranuova mercoledì 23 maggio iniziative con gli studenti e visita alla villetta confiscata nel 2001

Parte da Terranuova, mercoledì 23 maggio, il tour nei luoghi dove esistono beni confiscati alla mafia organizzato da Libera Toscana. Come disse il magistrato Antonino Caponetto "La Toscana non è terra di mafia ma la mafia c'è". In caso di confisca dei beni la legislazione italiana ne prevede infatti il riutilizzo sociale, che è uno strumento di prevenzione importante, ma anche in Toscana questo si è rivelato spesso di difficile attuazione. Invece da costo il bene può diventare uno strumento di sviluppo, economico e sociale. "Se lo riutilizzi … conviene" è lo slogan: una via da preferirsi, secondo Libera, al vendere per far cassa.

"Sono due obiettivi che ci trovano pienamente d'accordo e su cui, da parecchio tempo, come Regione siamo impegnati – sottolinea l'assessore alla presidenza e alla legalità della Toscana, Vittorio Bugli –  Accelerare e ampliare la possibilità di utilizzare concretamente i beni e le aziende confiscate alla criminalità organizzata per finalità sociali, istituzionali e produttive sarebbe un segnale forte e significativo verso il Paese".

A Terranuova il tour passerà mercoledì 23 maggio: la mattina sarà dedicata agli studenti, nel pomeriggio ci sarà la visita alla Villetta confiscata a Le Ville dove sarà realizzato il centro sociale "Dopo di noi" e la sera all'auditorium Le Fornaci la conclusione.

Lorenzo Puopolo, assessore Comune di Terranuova: "La Conferenza dei sindaci, il Comune di Terranuova e Libera Valdarno organizzano la giornata per sensibilizzare sull'importanza della destinazione del bene confiscato ad attività sociale e sulla sua restituzione alla comunità".

 

Perluigi Ermini, Libera Valdarno: "Il recupero dei beni confiscati che tornano alla comunità con progetti di socializzazione è uno degli aspetti principali sui quali Libera si muove da anni. Siamo contenti che uno dei due beni confiscati in Valdarno riguardi il tema della disabilità. Quella era una casa abitata da Giuseppe Priolo della 'ndrangheta, legato alla famiglia dei Piromalli, una delle più potenti nel traffico di sostanze stupefacenti. Sapere che nel giro di qualche mese sarà proprio lì realizzato un centro legato al 'Dopo di noi' è un successo. La mafia ha due problemi: uno legato alla cultura e alla scuola e l'altro ai propri beni. Per la criminalità vedere che un proprio bene torna alla comunità è uno dei più grossi sgarbi. Da noi non ci sono radicamenti mafiosi ma infiltrazioni. La casa è stata confiscata nel 2001 ma fino al 2013 il Comune di Terranuova non ne ha potuto disporre".

 

Un progetto portato avanti negli anni che adesso vede la sua concretizzazione: la villetta confiscata potrà avere finalmente una connotazione sociale.

“Nell’ambito di una progettazione regionale dedicata al ‘Dopo di noi’ – ha detto il Sindaco di Terranuova, Sergio Chienni – come conferenza dei Sindaci abbiamo deciso di destinare il bene sottratto alla mafia come luogo in cui sperimentare percorsi di autonomia e progetti di vita indipendenti. Recuperare l’edificio attraverso una ristrutturazione edilizia congrua allo scopo, ci è sembrata una giusta forma di restituzione dell’immobile all’intera collettività”.
 

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