Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha fatto il punto sulla messa in sicurezza dei fiumi e ha ricordato le opere in corso in Valdarno e quelle da ultimare, per il corso dell’Arno
"Le casse di espansione dell'Arno a Figline entreranno in funzione fra il 2020 e il 2021": si collocano dunque nell'arco di altri tre anni, le prospettive per le casse di espansione, in parte già terminate (la prima, quella di Pizziconi, era iniziata anni fa ma i lavori si erano fermati, poi ripresi, e sono stati più lunghi del previsto) in parte invece ancora in fase di realizzazione o da appaltare. Un'opera di messa in sicurezza idraulica che ha avuto fasi complesse nella sua realizzazione, compreso il commissariamento, che diventò inevitabile nel 2013 per riuscire a far ripartire i lavori.
Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che oggi è commissario dell'opera, ha fatto il punto sulla messa in sicurezza dell'Arno. "Tra le principali opere a tutela – ha ricordato Rossi – l'ultimazione della cassa di espansione sull'Arno di Figline 1, i lavori in corso sulla 2 e sulla 3 e la fase di progettazione ultimata per Figline 4. Tutte insieme dovrebbero essere funzionanti entro il 2020-21, attenuando il pericolo-Arno". Nel complesso l'investimento supera i 40 milioni di euro, secondo le ultime stime.
Resta aperto il capitolo dell'innalzamento della diga di Levane, che aumenterebbe la capacità del bacino a monte garantendo così maggiore tenuta in caso di eventi di piena. "Tra le altre grandi opere di tutela c'è l'attesa, dall'ufficio dighe del ministero delle infrastutture, del via libera al raddoppio della diga di Levane", si legge nella nota della Regione Toscana.
Nell'ambito di un incontro con i responsabili dei 5 Geni civili e dei 6 Consorzi di Bonifica operativi sul territorio regionale, Rossi ha annunciato anche che entro la fine dell'anno dovrà partire il Piano regionale per ridurre la vegetazione presente nei letti dei principali fiumi della Toscana e dei loro affluenti, così da accrescere la loro capacità idrica e ridurre il rischio di esondazioni. "Siamo da sempre convinti – ha spiegato – che mantenere il nostro territorio sia fondamentale. Per questo spendiamo ogni anno circa 100 milioni di euro per la sua tutela attraverso nuove opere pubbliche, a cui ne aggiungiamo altrettanti per le manutenzioni dei corsi d'acqua".
Da qui alla fine dell'anno verranno completati gli interventi già in corso e dall'inizio del nuovo anno cominceranno nuove opere di ripulitura dei letti dei fiumi dalla boscaglia selvaggia che ne riduce la portata e rappresenta un pericolo in caso di piena.