I bambini che non finiscono la frutta o il pane a mensa potranno metterlo nella bustina e mangiarlo a merenda, ad esempio. Un messaggio importante contro lo spreco nelle mense: il progetto “Questo lo mangio dopo” è curato dalla Pluriservizi e elaborato dalla dottoressa Bonannini, dietista e nutrizionista. Le bustine saranno consegnate nelle classi elementari
Arriva anche nelle classi delle scuole primarie di Montevarchi, il progetto "Questo lo mangio dopo": una bustina a disposizione di ciascuno dei 1300 alunni, che potranno mettere all'interno frutta o altri alimenti 'semplici' da trasportare (come ad esempio una fetta di pane) e portarseli a casa, per mangiarli a merenda o più tardi.
L'idea nasce dalla Centro Pluriservizi, che si occupa della refezione scolastica, ed è portata avanti dalla dietista Sandra Bonannini, che da settembre tra l'altro incontra i bambini e i ragazzi delle scuole per una (ri)educazione al cibo, all'assaggio, e contro lo spreco degli alimenti. "Spesso, specialmente i bambini tendono a lasciare le cose nel piatto perché dicono che non le gradiscono, magari senza assaggiarle. Siamo partiti anche da questo, e da una promozione dell'assaggio. In questo lungo progetto si incardina dunque anche il sacchetto che consente di portare a casa quello che non si è consumato a mensa". Il senso della bustina è proprio questo: evitare di sprecare quello che non viene mangiato subito.
"Quello dello spreco alimentare è un problema serio in Italia – ha spiegato l'assessore del comune di Montevarchi, Stefano Tassi – e per educare gli adulti è fondamentale partire dai più piccoli, trasmettendo un messaggio positivo dalle scuole alle famiglie. L'obiettivo dunque è di buttare meno cibo possibile, promuovendone il consumo in un altro momento, grazie ad un sacchetto che è composto di materiale adatto al trasporto di alimenti".