Si chiama “vicinanza solidale” ed è una vera e propria solidarietà tra famiglie quella cioè che porta ad aiutare chi ha bisogno di una mano. E non sempre si tratta di situazioni gravi da risolvere, spesso, anzi nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di piccoli aiuti alla portata di tutti, come ad esempio portare il figlio dei vicini all’allenamento di calcio o di basket oppure riprenderlo a scuola e portarlo a casa quando i genitori non possono.
E’ questo lo spirito del progetto P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione) che nato nel 2011 tramite un partenariato tra Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e l’Università di Padova adesso coinvolge tutti i Comuni del Valdarno aretino e l’Azienda USL Toscana Sud Est della Zona Distretto Valdarno. Comune capofila è quello di Castelfranco Piandisco’.
“Come sappiamo, ci sono famiglie che, se non possono costruire dei legami con la comunità in cui vivono, non riescono da sole a garantire le risposte ai bisogni di sviluppo dei loro bambini – spiega la nuova équipe del programma Pippi della Zona Distretto Valdarno – La questione non riguarda solamente i singoli genitori ma si allarga anche a tutta la comunità, responsabile di mettere a disposizione servizi e opportunità per garantire risposte ai bisogni di sviluppo di tutti i bambini”.
Il progetto riguarda in maniera particolare i bambini. E l’aiuto di famiglie o di vicini quando si è soli oppure impossibilitati a gestire i propri figli anche nella routine quotidiana, diventa davvero importante e fondamentale soprattutto per i più piccoli e per il legame che li lega alle proprie famiglie. “La vicinanza solidale rappresenta una forma di solidarietà tra famiglie che ha come finalità quella di sostenere un nucleo familiare attraverso la solidarietà di un altro nucleo o di singole persone in una logica di affiancamento e di condivisione delle risorse e delle opportunità. La vicinanza solidale si colloca all’interno del continuum delle diverse forme di accoglienza familiare. Con questo dispositivo infatti si sceglie intenzionalmente di valorizzare l’ambiente di vita della famiglia e del bambino, piuttosto che collocare il bambino temporaneamente o per alcune ore della giornata in un’altra famiglia”.
Il team, composto da un’assistente sociale, una psicologa e un’educatrice, seguirà le famiglie in tutti i passi da compiere. Per informare i cittadini sulle finalità del programma e raccogliere adesioni sarà presente, spesso, con il proprio gazebo, negli eventi estivi organizzati in Valdarno.
Si può comunque contattare il 337 1120181 per avere maggiori informazioni e aderire al progetto.