27, Novembre, 2024

Nell’anniversario dell’alluvione, il punto sulle opere. In corso i lavori alle casse di espansione, per la Diga si attendono i fondi

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L’assessore regionale Federica Fratoni rivendica il ruolo che sta avendo la Regione nella messa in sicurezza dal rischio alluvione. “Firenze e la Toscana non dimenticano l’alluvione del ’66 ma soprattutto non vogliono tornare a vivere simili tragedie”

Il punto sulle opere di messa in sicurezza dell'Arno, nell'anniversario dall'alluvione del '66: a tracciarlo è stata l'assessore regionale all'ambiente, Federica Fratoni. "Il 1966 – ha detto – ha segnato la storia della Toscana, ma anche la nostra percezione del rischio idraulico. In Regione in questi anni si è compiuta una vera e propria rivoluzione copernicana, da un lato la riorganizzazione del settore difesa del suolo con la riforma dei Consorzi e dei Geni civili, e poi il grande piano per la messa in sicurezza delle aree metropolitane. Queste opere, che vedono nel presidente il commissario, sono per lo più completate, alcune affidate, altre in progettazione".

Per ridurre il rischio di alluvioni a Firenze sono previsti, sia nel Piano di Gestione Rischio Alluvioni, sia negli strumenti di programmazione nazionali e regionali, interventi a monte della città. Alcune di queste opere sono in corso di realizzazione, altre sono in fase di progettazione. I lavori già in corso solo per tutelare l'Arno hanno un valore di oltre 100 milioni di euro. Sono stati ri-avviati dal 2012, quando la Regione ha ripreso la competenza sulle misure per accelerare la realizzazione degli interventi strategici, e stanno procedendo per stralci funzionali, cioè lotti funzionanti anche prima del completamento dell'intero intervento.

Gli interventi per l'Arno in Valdarno

La più rilevante delle opere previste è il sistema di laminazione di Figline, che può essere definita come il primo 'scudo' a tutela del centro urbano di Firenze, con la serie di casse di espansione: il sistema, che vede come soggetto attuatore la Regione Toscana, comprende le casse di espansione di Leccio, Prulli, Pizziconi e Restone, situate nei Comuni di Figline e Incisa, Reggello e Rignano. I lavori hanno subìto negli annu numerosi ritardi. Oggi la stima è che gli interventi relativi alla Cassa Pizziconi saranno ultimati entro luglio 2021, i lavori relativi alle casse di Prulli e Leccio saranno ultimati entro il 2022, mentre quelli della cassa di Restone entro il 2023. 

La volumetria complessiva e la loro capacità di regolazione attraverso separatoie mobili, permetterà di gestire la laminazione di circa 25-30 milioni di mc di acqua riducendo il rischio idraulico della città di Firenze e dei Comuni limitrofi. Nel caso di un evento tipo quello del 1966, il sistema di laminazione di Figline permetterebbe sostanzialmente un abbattimento della portata di acqua in arrivo nel centro storico di Firenze di circa il 10%, minimizzando il rischio idraulico residuo. 

L'innalzamento della diga di Levane è il secondo passaggio considerato strategico. Regione ed Enel hanno già stanziato risorse che rendono possibile la progettazione dell'innalzamento della diga di Levane, l'opera però non ha ancora ricevuto le attese risorse statali necessarie alla realizzazione. Il rialzo dela diga di Levane e degli argini circumlacuali permetterà di invasare ulteriori 9 milioni di metri cubi di acqua rispetto agli attuali, aumentando quindi notevolmente la sicurezza dell'Arno. Sempre utilizzando come termine di paragone l'evento del 1966, si stima che l'azione combinata del sistema di laminazione di Figline e dell'innalzamento della diga di Levane permetterebbe un abbattimento della portata in arrivo al centro storico di circa il 15%, riducendo ulteriormente il rischio residuo per la città. Anche in questo caso il soggetto attuatore dell'intervento è la Regione Toscana ed il costo stimato è di circa 25 milioni di euro. 

Le leggi e i finanziamenti

Negli ultimi anni le attività di difesa del suolo hanno sbito una forte accelerazione, per cercare di ridurre il rischio idraulico e idrogeologico in un'eopoca in cui i cambiamenti climatici sono evidenti e tangibili. La Regione ha introdotto nella propria normativa misure per una corretta pianificazione del territorio, ha snellito i soggetti preposti all'attuazione degli interventi per la gestione del rischio alluvioni ed ha introdotto una programmazione costante ed annuale degli interventi a partire dal 2014.

Da allora sono stati attivati 143 interventi e 96 progetti, per un valore di circa 112 milioni finanziati con risorse regionali. A questi si aggiungono 225 milioni di risorse nazionali e regionali confluite grazie agli accordi per la mitigazione del rischio idraulico sottoscritti da Regione e Ministero dell'ambiente nel 2010 e 2015 . Da ricordare inoltre le risorse per la manutenzione dei corsi d'acqua che provengono dal contenuto di bonifica, alle quali si sommano circa 7 milioni di euro l'anno stanziati dalla Regione, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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