06, Luglio, 2024

Cattivi odori nella zona industriale, Arpat: “Fenomeni legati a lavorazioni orafe. Servirebbe revisione delle tecnologie di abbattimento”

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Diverse le segnalazioni di cittadini per cattivi odori nella zona industriale di Laterina, anche in orari notturni. Arpat puntualizza: “Emerge il collegamento con le lavorazioni orafe, ma i nostri monitoraggi non sono adeguati. Riteniamo che per le 8 ditte che operano in zona sia necessaria una revisione delle tecnologie adottate nell’abbattimento delle emissioni”

Sarebbero legati alle lavorazioni orafe, i cattivi odori segnalati da molti cittadini nella zona industriale di Laterina. Lo spiega Arpat, intervenendo con una nota sul tema, e specificando però che non solo i propri monitoraggi sono inadeguati per quello specifico tipo di emissioni, ma anche che non si tratta, in particolare per un tipo di lavorazione, di procedimenti sottoposti ad autorizzazione. 

Insomma, se in effetti i cattivi odori ci sono, servirebbe un miglioramento delle tecnologie impiegate dalle aziende per gli abbattimenti delle emissioni. Ma servirebbe anche un provvedimento del sindaco: una questione su cui si sta lavorando, ad un tavolo che coinvolge, oltre ad Arpat, anche comune di Laterina, Provincia di Arezzo e Asl8. 

"Nel corso del tempo e negli ultimi mesi – scrive Arpat nella nota – al Dipartimento di Arezzo sono pervenute diverse segnalazioni sulla presenza di fumi e odori particolarmente aggressivi, prevalentemente di tipo chimico, che hanno interessato la zona industriale di Laterina. I diversi accertamenti svolti dai tecnici dell'Agenzia, anche di concerto con altri enti, non hanno portato, tuttavia, a individuare i soggetti responsabili tra le aziende presenti nella zona industriale in quanto si tratta di fenomeni di breve durata che non sono più percepibili al momento dell’arrivo sul luogo della segnalazione". 

Non essendo possibile verificare con precisione la provenienza dei cattivi odori e dei fumi, Arpat ha però lavorato sulla base delle segnalazioni, giungendo ad una conclusione. "L’attività svolta e le istruttorie hanno portato a concludere che le emissioni aggressive siano da ricondurre all’utilizzo di acidi nelle fasi delle operazioni di vuotatura, affinazione e dissoluzione connesse alle lavorazioni orafe che producono, specialmente nelle fasi iniziali, emissioni non sufficientemente abbattute dagli impianti a ciò destinati".

"Le emissioni più odorigene e notturne – specifica l'Agenzia – sono da associare a emissioni derivanti dall’utilizzo degli stampi con cere. Tali emissioni sono ritenute poco significative dalla normativa ambientale e quindi non soggette ad autorizzazione. Ciò non significa che non determinino disagi ai cittadini, come documentano le numerose segnalazioni anche in altre aree del territorio aretino". 

Una volta inquadrato il fenomeno, però, Arpat specifica: "I monitoraggi della qualità dell’aria, che sono stati effettuati con unità mobili di rilevamento del Dipartimento, in questa area ma anche in altre del territorio, non sono adeguati per questo tipo di accertamenti. Sarebbe invece necessario, come suggerito più volte e più di recente nelle comunicazioni del Dipartimento Arpat dello scorso 1 agosto e 1 settembre al comune di Laterina, alla Provincia, alla Asl e ad altri enti interessati, utilizzare migliori tecnologie per l’abbattimento delle emissioni". 

"L'Agenzia ha anche fornito precise indicazioni sulle 8 ditte che operano nella zona industriale di Laterina e che, per quanto agli atti del Dipartimento Arpat, richiederebbero una revisione delle tecnologie adottate, supportate anche da eventuali provvedimenti del Sindaco sulla base del testo unico delle leggi sanitarie. A questo scopo, l'Agenzia ha già avuto un confronto con il Comune e la Provincia e il Sindaco si è fatto promotore di un incontro con l’Asl per affrontare il problema delle emissioni ed eventuali altri problemi del territorio". 
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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