Il sindacato aretino interviene nel dibattito in vista delle elezioni del 4 marzo: “Nei programmi elettorali manca l’attenzione al tema della casa. Eppure nel 2016 in provincia di Arezzo ci sono state più di 1600 richieste di sfratto, mentre 1 casa su 5 è vuota”. A Montevarchi il maggior numero di appartamenti sfitti di tutto l’aretino
Cresce il numero degli sfratti in provincia di Arezzo, mentre di pari passo si registra un altro fenomeno dalle dimensioni ormai ragguardevoli: quello degli appartamenti vuoti che, addirittura, vedono Montevarchi in testa a livello provinciale. I dati sono stati resi noti da Cgil e Sunia di Arezzo, in un intervento in cui si lamenta l'attenzione al tema della casa nell'attuale campagna elettorale.
“Questa campagna elettorale è ricca di promesse ma non vediamo attenzione al problema della casa – afferma Fabio Buricchi, Segretario provinciale del Sunia – è desolante ricordare che dopo il 1963, chiuso quello che fu definito “piano Fanfani”, non ci sia più stata una politica della casa. E che, una volta liquidata la Gescal che era finanziata dai lavoratori dipendenti, lo Stato abbia poi investito solo spiccioli”.
Secondo il sindacato, la situazione diventa sempre più allarmante: “Nel 2016, su tutto il territorio nazionale, sono stati emessi 61.718 provvedimenti di sfratto su 158.720 richieste di esecuzione; 35.336 sono stati gli sfratti eseguiti. Di questi 3.431 in Toscana. Nella provincia di Arezzo, sempre nel 2016, le richieste di esecuzione sono state 1.770, i provvedimenti di sfratto emessi sono stati 355 e gli sfratti eseguiti 511. L’andamento è in progressivo aumento: da uno sfratto ogni 515 famiglie nel 2005 siamo già arrivati ad uno sfratto ogni 419 famiglie nel 2016”.
Dall'altro lato, però, le case non mancherebbero. "In Italia esiste una metropoli fantasma fatta di 7 milioni di case vuote e che rappresentano il 22,5% del totale", spiega Buricchi. “In Toscana 1 abitazione su 5 è vuota, il 20,07%, per un totale di 385.053 immobili non occupati. La provincia di Arezzo si colloca al sesto posto in Toscana con il 20,64% e 36.044 case vuote. Montevarchi, Arezzo e Cortona sono i comuni aretini dove ci sono più case vuote. Montevarchi è in testa, con più di 8mila, pari al 43% del totale delle abitazioni, seguito da Arezzo dove se ne contano meno della metà (oltre 3.500 immobili non occupati) e Cortona (più di 3 mila case vuote)”.
“Dobbiamo chiederci – commenta Alessandro Mugnai, Segretario provinciale della Cgil – se sia civile un Paese caratterizzato da abitazioni sfitte, edifici pubblici e ex fabbriche inutilizzate; scarsità ed inadeguatezza delle case popolari; mercato immobiliare con prezzi alti; alto numero di sfratti; cittadini che sono costretti a rivolgersi alla Caritas per un pasto e un posto letto. E in questa campagna elettorale, carica come non mai di promesse talvolta improbabili, è doveroso chiedersi quali sono state e quali sono le risposte della politica”.
“L'unica politica della casa che ha unito la Regione e le amministrazioni locali di ogni colore politico – ricorda Buricchi – è stata l’introduzione di regole tendenti ad escludere dalle graduatorie per le case popolari quanti più richiedenti possibile. Le statistiche ci dicono che, negli ultimi anni, solo il 14% delle domande sono state soddisfatte: si pensa che aumentando per legge le esclusioni e, quindi, le domande, la percentuale degli accoglimenti possa aumentare. Ma si costituiranno ghetti invivibili e le case popolari saranno ridotte ad alloggi a rotazione da liberare alla prossima emergenza. Infine non ci saranno più entrate per affitti e quindi non ci sarà più alcun introito per la manutenzione. In questa situazione sarà inevitabile che si acuisca un conflitto tra i più diseredati, un guerra tra poveri. L’unica soluzione è un programma di interventi con finanziamenti certi e continui”.