Un intero paese coinvolto nella rappresentazione della natività, all’interno di un villaggio che si anima con antichi mestieri, cibi di altri tempi, musica e atmosfera. Intorno all’antica Pieve, torna il tradizionale presepe vivente di Pian di Scò
Più di cento figuranti, un intero paese che lavora per settimane: è così che nasce il Presepe vivente di Pian di Scò, ormai una tradizione che si ripete ogni anno in occasione di Santo Stefano, il 26 dicembre.
Non è soltanto la rappresentazione della Natività, ma un vero e proprio borgo, un villaggio antico, che si risveglia. Per una giornata, dal pomeriggio e fino a sera, aprono le botteghe artigiane che lavorano pietra, legno, ceramica a mano; ma anche la lana, con le donne a filare; e poi l'arrotino, il maniscalco e così via. Non mancano, poi, gli animali: dal cavallo alle pecorelle, ma anche il falco e la civetta, con i falconieri.
Intorno all'antica Pieve di Pian di Scò, per un giorno, si respira insomma una atmosfera antica, condita dai profumi e dai sapori: dalla polenta alla schiacciata appena sfornata, accompagnata da un bicchiere di vin brulé. Quest'anno, per la prima volta, è stata aperta e resa visibile anche una cantina situata nel sottosuolo di una corte interna, e risalente al 700.
Alle 18, poi, la rappresentazione vera e propria: la sfilata dei figuranti in costume, l'annunciazione; il presepio che si anima con Erode, i magi, i pastori e così via, e infine l'adorazione del bambino Gesù. A chiudere la manifestazione, i fuochi d'artificio dal campanile della Pieve.