All’indomani dei sequestri nell’ambito di una operazione della Dda di Napoli nei confronti del clan Mallardo, il presidio valdarnese dell’associazione Libera commenta: “Lo ripetiamo da tempo, il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valdarno esiste e tutti, ad iniziare dalle istituzioni e dal mondo imprenditoriale, devono iniziare a farci i conti”
Due società immobiliari valdarnesi sotto sequestro insieme ad alcuni appartamenti di cui avevano gestito le compravendite; due soci valdarnesi iscritti nel registro degli indagati. Così l'indagine della Dda di Napoli sul clan Mallardo, che ha portato tra l'altro all'esecuzione di 19 arresti e al sequestro di beni per complessivi 50 milioni di euro, è arrivata in Valdarno.
Una presenza ormai accertata, quella di infiltrazioni mafiose nel territorio valdarnese. Tanto che il presidio locale di Libera, l'associazione che si batte contro le mafie e per la legalità, oggi sottolinea: "Lo andiamo ripetendo da tempo, sulla stampa, negli incontri che abbiamo organizzato negli scorsi mesi: e alcune indagini in corso sul nostro territorio ne erano una dimostrazione chiara. Con i sequestri di immobili tra Reggello e Montevarchi (25 in tutto, 9 a Reggello e 16 a Montevarchi) appare in tutta la sua evidenza, ancora una volta, che il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valdarno esiste".
Non solo: Libera Valdarno fa appello al tessuto sociale, produttivo e istituzionale affinché se ne prenda piena coscienza. "Tutti, ad iniziare dalle istituzioni e dal mondo imprenditoriale locale, devono iniziare a farci i conti. Un territorio dove si giocano decine e decine di milioni in gioco d’azzardo, dove è forte il fenomeno dell’usura, dove forte è l’attività imprenditoriale, sta diventando un luogo dove le mafie fanno affari, perché hanno necessità di riciclare denaro sporco proveniente da affari illeciti, magari comprando immobili e terreni. La società civile, le amministrazioni comunali, le associazioni di categoria, il tessuto sociale delle nostre comunità deve avvertire il campanello di allarme che suona anche in Valdarno per reagire e trovare le giuste contromisure".
"Chi è chiamato ad amministrare il bene comune – sottolinea Libera – deve saper leggere quanto accade nel suo territorio e mettere in atto strategie che possano salvaguardare le proprie comunità da chi, piano piano, in silenzio, cerca di espropriare la sana attività economica, introducendo capitali illeciti e modalità di tipo mafioso. Questo è il momento di intervenire con decisione, per limitare la diffusione di questi fenomeni".
Atti concreti per prevenire e fermare in tempo fenomeni di infiltrazione mafiose: è quello che chiede Libera Valdarno. "Chiediamo ai Sindaci del Valdarno di impegnarsi e di mettere in atto una seria politica di prevenzione e contrasto su questi fenomeni, anche con l’aiuto di associazioni quali Avviso pubblico, per dare una risposta efficacie e competente. Noi come Libera siamo pronti a collaborare, sostenere e monitorare, affinché l’azione congiunta, delle amministrazioni e della società civile, possa portare a maggiori frutti. Le forze dell’ordine e la magistratura stanno facendo il loro dovere, ma da sole non bastano per evitare che fatti, come quelli accaduti in questi giorni, possano ripetersi".
Il 13 novembre a Firenze e il 14 novembre a Siena si svolgerà un corso di formazione sul tema delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici organizzato da Anci, Avviso Pubblico e Libera per affrontare questi temi. "Dopo gli ultimi fatti, risulta sempre più importante che le nostre amministrazioni locali partecipino a questa iniziativa, potrebbe essere anche il momento per metterne in moto altre del genere anche in Valdarno", conclude il presidio valdarnese dell'associazione.