Ieri il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità la proposta di referendum per la fusione tra i due comuni valdarnesi. Il prossimo passo è aspettare la data del quesito referendario con cui saranno i cittadini a scegliere
Nella seduta di ieri, il Consiglio Regionale ha approvato all'unanimità la proposta di referendum per la fusione dei comuni di Laterina e Pergine: saranno i cittadini a decidere se portare a termine l'istituzione del comune del Comune di Laterina Pergine Valdarno oppure se interrompere il percorso.
"Con questa decisione i Consigli Comunali dei due Comuni sono disponibili a rimettere anticipatamente il proprio mandato elettorale consapevoli di aver fatto una scelta responsabile e che porta benefici all’intera collettività", ha commentato la prima cittadina di Pergine Simona Neri.
"Sono convinta che in questo momento storico l’unione delle forze interne, l’efficientamento organizzativo e gli incentivi regionali e statali alle fusioni rappresentano un’opportunità da cogliere: grazie ad investimenti intelligenti il Comune Unico potrà contare su risorse umane e finanziarie (nuove e recuperate dal patto di stabilità) da destinare all’aumento dei nostri servizi e alla riduzione della tassazione. Un Comune Unico ma con due municipi che restano vicini ai cittadini lasciando aperte le sedi comunali attuali che continueranno a dare più servizi e risposte".
Una posizione condivisa con il sindaco di Laterina: "Oggi metto quindi a disposizione, assieme a Catia Donnini e gli altri amministratori, il mio mandato di Sindaco, convinta che la strada del Comune Unico sia un’opportunità da cogliere per i miei concittadini: ricordo ancora l’emozione fortissima di quando sono stata eletta. Oggi quell’emozione è tutta rivolta al bene della mia comunità, alla quale sono affezionata più di ogni altra cosa.
Grazie a chi contribuirà a costruire un progetto per un territorio che adesso ha un’occasione per crescere e rilanciarsi.”
Di opinione diversa, invece, il gruppo 'Sì Toscana a sinistra': "Con la premessa che non siamo pregiudizialmente contrari all'ipotesi di una fusione, quello che c'insospettisce è l'accelerazione repentina impressa al processo soprattutto dalla sindaca di Pergine. Non vorremmo che – politicamente parlando e del tutto legittimamente – fosse l'avvicinarsi delle elezioni politiche nazionali, previste per la primavera 2018 e questioni prettamente "partitiche" a dettare l'agenda di una fusione affrettata tra comuni, questione che ha forti implicazioni per la vita di tutta la comunità ed evento politico troppo importante (e dal quale non si può tornare indietro) per non essere guidato esclusivamente da motivazioni socio-economiche pragmatiche e inoppugnabili, che dovrebbero portare solo a migliorare i servizi e quindi la qualità della vita per tutta la cittadinanza. Perciò chiediamo di usare cautela, perché il progetto sociale, economico e politico di fusione è irreversibile e quello che sta accadendo a due passi da noi, a Piandiscò Castelfranco di Sopra, dovrebbe servire da monito".
Adesso spetta al Presidente della Regione Enrico Rossi indire il referendum.