È l’ormai ex vicesindaco Umberto Ciucchi, dopo il Consiglio comunale di Figline e Incisa, a prendere la parola per replicare a quanto detto sul suo conto durante la seduta consiliare. Una lunga lettera aperta, indirizzata al Partito Democratico e al Sindaco Pianigiani, in cui rimanda al mittente le accuse e parla di mistificazione della realtà, affermando di essere stato trattato come una ‘zavorra’ dalla stessa giunta.
“Guardando il consiglio comunale, dalle parole del Sindaco e della coalizione rimastagli intorno, è emersa tutta l’ipocrisia propria di chi vorrebbe rigettare su altri i propri fallimenti. Si è pensato dunque di riprendere in mano il vecchio manuale del discredito per gettare fango sulla mia persona, mistificando la realtà dello stato di un rapporto che non è mai decollato. È sconcertante che il Sindaco si sia dichiarato sorpreso delle mie dimissioni e che abbia valutato il mio gesto come un ‘fulmine a ciel sereno’, mentendo di fronte alla cittadinanza il fatto che da qualche mese le relazioni politiche e personali ci rappresentassero più come dei separati in casa. Ciò nonostante, è bene precisare come nei quattro mesi che ho ricoperto il ruolo di vicesindaco, non avendo mai saltato un giorno di presenza in Comune, quello che avevo da dire l’ho sempre esternato. Pianigiani è sempre stato messo a conoscenza delle azioni amministrative che avrei voluto intraprendere, così come le sottolineature critiche e le perplessità riguardo scelte che avrebbero meritato maggior approfondimento. È forse ancora più sconcertante la lettura fatta dalla capogruppo PD in cui mi si accusa di essermi intestato le azioni amministrative, quando in realtà le mie proposte sono sempre state rigettate al mittente. Quando si inventa una narrazione può capitare di ‘inciampare’ con i propri piedi”, continua Ciucchi.
“Proprio per tali motivi il Sindaco, nelle sue dichiarazioni in risposta alla mia uscita di giunta, mi ha profondamente deluso; un uomo con gli attributi, se davvero tale era il suo pensiero, avrebbe dovuto dirmelo in faccia quando era il momento, anche l’ultimo giorno utile, ovvero quando andai personalmente a consegnare con le mie mani la lettera di dimissioni. Il suo atteggiamento lascia quindi indurre ad uno schema che prevedesse tutto ciò: portarmi all’esasperazione, limitarmi l’operatività amministrativa, disconoscere la mia rappresentanza politica e coprire questo disegno di falsità, senza mai avermi guardato negli occhi. Questo lo fanno le persone che non si assumono responsabilità, che non hanno piena consapevolezza del ruolo che ricoprono, che si sono affidate ad una strada tracciata da altri, che parlano di lealtà senza però sapere realmente come si esercita. Proprio la lealtà a cui si fa spesso riferimento da parte del PD e dei partiti annessi mi ha fatto riflettere credendo che in tutti i rapporti ci debba essere un libero confronto in cui il dialogo debba sempre prevalere rispetto ai silenzi e all’indifferenza”.
“Purtroppo hanno sempre prevalso i secondi aspetti, facendo sprofondare la situazione in un clima difficile e pesante e, ciò nonostante, ho sempre cercato fino all’ultimo, di ripristinare con il Sindaco quel rapporto di quotidiano dialogo e confronto che consideravo imprescindibile per ristabilire unità e compattezza. Certe cose vanno fatte in due e talvolta il suo ‘giocare a nascondino’ mi ha fatto capire che l’unica volontà di quest’uomo era fare come voleva, di considerare il rapporto con me e il mio partito solo in termini funzionali per sostenerlo in carica, mentre invece, dal lato amministrativo venivo considerato solo una zavorra divenuta pesante e difficile da gestire”.
Ciucchi poi prosegue: “Sarebbe stato anche più facile e più plateale presentarsi lunedì sera in Consiglio a dare le dimissioni, esternando a tutta la cittadinanza le vere motivazioni che mi hanno portato a questa scelta sofferta e difficile, ma responsabile; non siedo su una poltrona se non posso incidere, questo è bene che sia chiaro a tutti. Se fossi intervenuto direttamente in aula, si può essere certi, il Sindaco non avrebbe avuto in mano i fogli di replica, saggiamente preparati da chi ha in mano le redini della giostra e magari non avrebbe risposto con tanta falsità di sua sponte, visto che sarebbero state troppe le illazioni da inventarsi. Ho scelto invece la strada della lealtà e della trasparenza, quella strada che i vertici del PD conoscono molto bene avendolo dimostrato nella scorsa consiliatura quando, con il mio voto e quello di Fabio Gabbrielli, abbiamo consentito in Consiglio la stabilità di una maggioranza che, diversamente, si sarebbe sciolta come neve al sole”.
“So bene che la riconoscenza non è di questo mondo e quando invece, come in questo frangente, si vorrebbe che a prevalere fossero l’ipocrisia e la scaltrezza di ribaltare i contesti, di non prendersi le responsabilità e dunque di addossare a un partito di minoranza la totale colpa della situazione che si è venuta a creare. L’ho capito bene quando Pianigiani ha affermato “se ci volete mandare a casa sapete come fare“. In questa frase ho veramente capito lo spessore politico e umano di questo personaggio, la sua smisurata ambizione e la sua pochezza nel tentativo di precostituirsi un pretesto allo scopo di espandere un messaggio da offrire alla narrazione per l’opinione pubblica. L’affermazione più inverosimile che, in un contesto istituzionale e pubblico come quello del consiglio comunale, si potesse ascoltare, è stata quella in cui il Sindaco afferma che la crisi politica è stata iniziata dal PSI. Gli ricordo solo, per concludere, che fu proprio lui, dalla sera alla mattina, a togliere le deleghe al nostro assessore Gabbrielli senza motivazioni credibili e ciò è la dimostrazione tangibile di come la spregiudicatezza di un uomo possa arrivare a toccare il fondo, recando offesa anche all’intelligenza dei cittadini”.