Sono otto, in tutto, le persone ritenute colpevoli di numerosi furti alle aziende orafe in provincia di Arezzo: una vera e propria banda, che ora è stata smantellata a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Arezzo, in un’azione congiunta tra il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Arezzo e la Squadra Mobile della Questura di Arezzo con il supporto del Servizio Centrale Operativo di Roma della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. Si tratta di otto cittadini di nazionalità rumena, e gli arresti di quattro componenti sono stati messi a segno proprio in Romania.
Due degli otto componenti della banda, infatti, erano già finiti in manette il 30 novembre 2024, fermati dai Carabinieri della Compagnia di Arezzo e dalla Squadra Mobile di Arezzo, poche ore dopo il furto commesso presso la ditta orafa FULLOVE Srl di Laterina-Pergine Valdarno, durante il quale gli autori si erano impossessati di 1,4 kg di oro, 50 kg di argento e 10 kg di ottone, per un valore complessivo stimato in circa 200.000 euro.
Da allora le indagini si sono sviluppate mediante sopralluoghi sui luoghi dei delitti, sequestri di abiti e strumenti utilizzati per la commissione dei reati, analisi delle immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza delle aziende colpite, estrapolazione dei dati restituiti dai varchi elettronici della provincia e analisi del traffico telefonico. Le successive attività hanno permesso di localizzare la base logistica del gruppo, situata in provincia di Pistoia, individuare i veicoli utilizzati per l’azione criminosa e ricostruire i movimenti della banda.
Gli elementi raccolti hanno consentito di collegare il gruppo ad altri otto episodi criminosi, tra cui: il tentato furto del 22 novembre 2024 presso la New Chains Srl a Civitella in Val di Chiana; i furti e i tentativi di furto, avvenuti tra agosto e ottobre 2024, presso la Taitu’ Srl ad Arezzo, la Jocker Preziosi Snc e nuovamente la New Chains Srl a Civitella in Val di Chiana. In considerazione del grave quadro indiziario emerso, la Procura della Repubblica ha quindi richiesto e ottenuto dal G.I.P. del Tribunale di Arezzo l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque soggetti di nazionalità romena, oltre ad uno che invece si trovava già in stato di detenzione, individuati come autori dei furti.
Far scattare gli arresti ha richiesto ulteriore tempo: le ricerche dei destinatari delle misure cautelari, infatti, si sono inizialmente concentrate sul territorio nazionale, per poi estendersi in ambito internazionale. Su impulso della Procura della Repubblica, è stato emesso quindi un mandato di arresto europeo nei confronti degli indagati e attivato così il canale di cooperazione giudiziaria con le autorità rumene per il tramite di Eurojust (Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale) che ha svolto un’importante attività di raccordo con le autorità straniere, al fine di consentire l’individuazione degli indagati e la successiva esecuzione dei provvedimenti restrittivi emessi nei loro confronti.
Il 24 aprile scorso, in Romania, la Polizia Rumena, sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria di Galati e con il contributo degli investigatori italiani, prontamente giunti all’estero, supportati dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e coadiuvati dall’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata d’Italia in Bucarest, ha localizzato e tratto in arresto quattro dei cinque indagati colpiti dal provvedimento cautelare, eseguendo dunque in Romania i Mandati di arresto europei emessi dal G.I.P. di Arezzo, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Nel corso dell’operazione sono state inoltre effettuate perquisizioni domiciliari che hanno portato all’acquisizione di ulteriori elementi utili ai fini delle indagini. L’ultimo componente della banda, anche lui destinatario del provvedimento cautelare e che al momento si è reso irreperibile, è ancora ricercato.