24, Dicembre, 2024

Mensa scolastica: dopo i genitori e il Comune intervengono le opposizioni

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Sulla questione della mensa scolastica, e in maniera particolare sulla mancata distribuzione nella scuola materna del Doccio delle merendine, e il botta e risposta tra genitori e amministrazione comunale, prendono la parola le opposizioni. Cresce San Giovanni e Per un’altra San Giovanni esprimono le proprie posizioni

La querelle sulla mensa scolastica di San Giovanni, in particolare riguardo alla mancata somministrazione delle merendine e/o delle colazioni alla scuola materna del Doccio, non si placa. Dopo il Comune che ha risposto alle richieste di un rimborso da parte dei genitori sottolineando che il 70% di loro sono morosi e la controreplica delle famiglie che ha giudicato quella presa di posizione una delusione e una presa in giro, adesso entrano nel merito della questione le opposizioni. Da una parte il coordinamento delle liste civiche, Cresce San Giovanni, Sinistra per San Giovanni e Valdarno città, dall'altra Per un'altra San Giovanni.

La Lista civica Cresce San Giovanni che lo scorso era già intervenuta sul capitolato del servizio di refezione scolastica oggi sottolinea e aggiunge:

"Il Comune non può giustificare il gestore per il mancato rispetto del capitolato e bando di gara; Il Comune quando inserisce in un capitolato certi servizi per certe utenze si presume che si sia organizzato per attuarli; il Comune ha l'obbligo di controllare che siano erogati e rispettati i servizi previsti dal bando di gara, tutte le defezioni, cambiamenti e iniziative, devono seguire atti formali e pubblici; il Comune non può non accogliere le istanze dei genitori che richiedono il rimborso del servizio non erogato; ogni servizio erogato o non erogato ha un costo che deve essere quantificato e, se non fornito, rimborsato; il Comune è legittimato a procedere con il recupero crediti secondo le norme previste ma, in questa occasione, 'rammaricarsi che il 70% dei genitori risulta essere moroso', ci sembra solo un modo per screditare chi reclama un proprio diritto".

Poi la Lista civica Per un'altra San Giovanni che dopo aver ripercorso la storia della mensa scolastica, sottolinea che "Oggi, dopo la “parentesi” Pluriservizi ed in attesa del futuro punto di cottura unico a Bomba con il Comune di Cavriglia (con il quale abbiamo da poco chiuso senza rimpianti l’unione dei Comuni) siamo di nuovo a stessi problemi e stessi errori".

"Sulla questione della mancata erogazione della merenda le giustificazioni portate dalla Giunta, che potevano anche avere una loro logicità, sono state di fatto un’ammissione di colpa ancor più grave perché se era chiaro che quella prestazione non poteva essere corrisposta chi aveva redatto il capitolato e, soprattutto, chi lo aveva approvato doveva rendersene conto prima. Ci chiediamo: ma in comune, come detto in sede di comitato mensa, si appaltano i servizi con capitolati standard oppure sarebbe opportuno redigerli adattandoli alle esigenze della nostra comunità?".

"Nulla da obiettare, ovviamente, su chi non paga il servizio ma grave errore invece se si voleva implicitamente includere anche le famiglie che per pochi giorni possono rimanere “indietro” nel ricaricare la carta prepagata. E anche su questo la Lista Civica già nella scorsa consiliatura aveva richiesto alla Giunta di togliere quell’assurda commissione del 2% sui pagamenti online che di fatto costringono gli utenti a doversi recare al Punto Amico (sempreché il totem sia in grado di leggere il bancomat) o nelle farmacie comunali. Non sarebbe forse il caso di cambiare sistema e far pagare alle famiglie mensilmente solo i pasti consumati senza dover per forza anticipare una prestazione non ancora ricevuta?".

Infine: "Tutto questo per un servizio che per qualità e quantità (soprattutto per le scuole dell’obbligo) non vale certamente i 5 euro di costo. Un costo unitario massimo che, come già annunciato dalla Giunta, scenderà in maniera generalizzata dal prossimo A.S. a 4,80 euro. Ed anche in questo caso una scelta sbagliata che non riconosce le difficoltà delle famiglie numerose e di quelle che hanno più figli che usufruiscono del servizio mensa. La proposta che invece porteremo in consiglio sarà di spalmare i risparmi per gli utenti su una platea più ridotta fino ai 25.000 di ISEE per dare un maggior beneficio a chi ne ha bisogno secondo il criterio della progressività ancor più necessario in questo momento di crisi economica e sociale". 

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