Si è svolta questa mattina la celebrazione della Liberazione della città di Montevarchi, prima con la messa presso la caserma dei Vigili del fuoco e poi con la deposizione della corona di alloro alla lapide della caserma e al cippo dei caduti di Borro al Quercio. Presente alle celebrazioni il sindaco Silvia Chiassai Martini e i membri dell’Amministrazione comunale. Furono tre i pompieri che morirono nel 1944 fucilati dai nazifascisti nell’eccidio di Borro al Quercio: Amerigo Centi, Libero Baldi e Consalvo Righeschi.
“Giornate come oggi – ha detto il sindaco Chiassai Martini – rappresentano momenti importanti per ricordare la storia e per rendere omaggio al sacrificio e al coraggio delle vittime, come simbolo di una memoria collettiva che il tempo non può logorare. Un messaggio che dobbiamo continuare a coltivare soprattutto verso i giovani perché siano custodi e fermi sostenitori della libertà, democrazia e della pace”.
La liberazione di Montevarchi dal nazi-fascismo avvenne il 19 luglio del 1944. Ma proprio nei giorni in cui Montevarchi ritrovava la sua libertà, tre vigili del fuoco che lavoravano in questo distaccamento, trovarono la morte proprio per mano dell’oppressore in fuga. Infatti il 19 luglio del 1944 i vigili del fuoco, Amerigo Centi, Libero Baldi, Consalvo Righeschi, mentre erano intenti a sabotare un camion che era stato requisito dai tedeschi, furono scoperti dai nazifascisti. I tre pompieri furono immediatamente catturati e senza alcun processo condotti in località Borro al Quercio, nella zona posta al confine tra i comuni di Montevarchi e San Giovanni Valdarno. Lì furono fucilati e i loro corpi gettati nel torrente; soltanto dopo diverso tempo fu possibile ripescare i loro corpi. Infine 5 giorni dopo anche Levane fu finalmente liberata.
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