Due striscioni di tenore diverso sono comparsi a Rignano in questi giorni, ed entrambi sono legati alla questione dell’affidamento degli impianti sportivi e del bar collegato. Uno riporta una protesta sulla “Rignanese vittima” e “contro il calcio moderno”; il secondo invece accusa il comune per la perdita di lavoro di due persone che lavoravano proprio al bar a fianco degli impianti sportivi.
L’assessore allo sport di Rignano Alberto Mariotti, interpellato, chiarisce punto per punto la vicenda: “Il bando per la gestione degli impianti sportivi era già scaduto da alcuni anni, ed erano state fatte alcune proroghe. A novembre 2023 abbiamo pubblicato il nuovo bando, con la durata prevista di due anni e mezzo di affidamento. È andato deserto, nemmeno la gestione precedente ha partecipato; e quindi abbiamo prorogato quella gestione per altri sei mesi, in modo da arrivare in fondo alla stagione sportiva. Intanto abbiamo preparato un nuovo bando, che consentisse la partecipazione di più soggetti, portando tra l’altro la durata della concessione a 5 anni. A questo bando hanno partecipato due soggetti: la USD Rignanese e una nuova società che si chiama Rignano Calcio. La commissione, composta anche da un membro esterno, ha verificato in sede di apertura delle buste che l’offerta della Rignanese, essendo sprovvista delle firme richieste, non era valida e quindi non accettabile; per questo l’assegnazione è andata alla seconda società”.
Dal 1 agosto dunque cambia la gestione dello stadio, del campo sussidiario, del bar e delle aree limitrofe.
“Questo – sottolinea l’assessore Mariotti – non vuol dire che la Rignanese è finita: se continuasse la sua attività agonistica, l’attuale gestore ovviamente dovrebbe metterle a disposizione gli impianti sportivi. Se la Rignanese non prosegue l’attività non è certo per colpa di questa procedura. D’altronde la partecipazione al bando è avvenuta in maniera palesemente illegittima”.
Il secondo striscione comparso parla invece di posti di lavoro.
Spiega in questo caso l’assessore Mariotti: “Per quanto riguarda il bar, questo era stato ripreso in concessione dalla USD Rignanese dopo una gestione esterna; evidentemente non c’è stato un accordo tra i vecchi gestori e il nuovo affidatario. Il comune non c’entra nulla, non è sotto il nostro controllo. Ci dispiace, abbiamo provato a facilitare il dialogo fra le due parti ma non possiamo certo forzare un accordo. Non siamo felici del fatto che due ragazze siano rimaste così senza un lavoro, ma per l’Amministrazione non c’è modo di intervenire su questo”.
Sulla vicenda interviene con una nota anche Insieme per Rignano: “Non sono passati che due anni da una campagna elettorale piena di promesse, due anni dall’insediamento dell’Amministrazione Certosi. Tra le belle parole di allora, la cruda realtà attuale con la scomparsa di due società che hanno fatto la storia del pallone rignanese: l’anno scorso si è chiusa l’esperienza della Tro.Ce.Do, e quest’estate quella della USD Rignanese. Una situazione surreale: pochi mesi fa, con grande enfasi, il Sindaco celebrava i 90 anni dell’antico sodalizio biancoverde, oggi siamo a chiederci che fine farà il calcio a Rignano”.
Continua Insieme per Rignano: “Gli impianti sportivi di Via Borgonovo storicamente gestiti dall’USD Rignanese, sono stati affidati ad un’altra società attraverso una procedura di gara su cui abbiamo fatto alcune riflessioni. Durante l’ultima seduta di Consiglio vista l’esplicita reticenza dell’assessore a spiegarci chiaramente la questione, come se lo stadio fosse cosa privata e non pubblica, abbiamo chiesto un’adunanza segreta, una sorta di Consiglio Comunale a porte chiuse, affinché fossero date risposte chiare e complete in merito alla nostra interpellanza sulla convenzione per gli impianti sportivi del capoluogo. Rignano ha bisogno di chiarezza e trasparenza su questa vicenda. Per questo pensiamo sia necessaria un’analisi dettagliata dei fatti e delle circostanze, compresi giudizi sulle qualità e capacità professionali di amministratori e funzionari, affinché si possa parlare senza filtri di una situazione che riguarda centinaia di famiglie rignanesi. Tra queste, in particolar modo, coloro che hanno perso il lavoro senza che l’amministrazione comunale ne tutelasse la continuità con il nuovo gestore. I cartelli e l’insoddisfazione sono palesi e assolutamente giustificati”.
“Per questo abbiamo chiesto che venga inserito all’ordine del giorno ‘l’esame approfondito dell’iter procedurale che ha condotto all’affidamento degli impianti sportivi di via Roma’, che a nostro parere non risulta rispettare il ‘Regolamento comunale per la concessione in gestione degli impianti sportivi comunali: criteri generali, obiettivi e modalità di affidamento’ approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 51/2013. Non c’è appartenenza politica che tenga quando si parla di un bene pubblico, Rignano merita chiarezza e verità”, conclude la nota dell’opposizione.