24, Novembre, 2024

Caso IP Marconi, lettera aperta del Consigliere provinciale Morbidelli: “C’è bisogno di chiarezza e non di sciacallaggio”

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Con una lettera aperta, Marco Morbidelli, Consigliere provinciale delegato all’edilizia scolastica, interviene sulla vicenda dell’IP Marconi e sulle polemiche che ne sono scaturite.
Riportiamo la lettera integralmente di seguito.

Chi scrive è il consigliere delegato all’ edilizia scolastica della Provincia di Arezzo. Sono convinto che il Presidente Polcri e la consigliera Laura Chieli delegata alla scuola condividono il mio pensiero.

Sono un amministratore da decenni a disposizione delle istituzioni e dei cittadini. Mi rendo conto, la politica che conoscevo è stata sostituita da una generazione di responsabili della cosa pubblica che a volte non riesco a comprendere né a condividere. Mi distinguo da tuttologi, selfisti, inauguratori, autoreferenziali, dai “fo tutto io”, e dai cosiddetti civici per necessità. Anch’io sono un civico, ma orgogliosamente per scelta.

Quanto si legge o si ascolta in questi giorni sulla vicenda Ipsia Marconi sta nella forbice tra diffamazione e “procurato allarme”, entrambi sono reati.

Leggo di tutto e annoto tutto, ma è venuto il tempo di rispondere a quanti si sono occupati in questi giorni dell’ IPSIA Marconi.

Comprendo il bisogno di far sentire le propria voce, anche chi riveste ruoli legislativi di alto livello. Penso ad alcuni consiglieri regionali. Benucci del Pd per esempio che interviene, buon ultimo, per mezzora su un’ emittente regionale per raccontare che non sa nulla, ma che bisogna trovare le soluzioni. Grazie, consigliere, i cittadini ti pagano per dire queste ovvietà? Chiedo per un amico. In Regione avete la borsa della spesa, apritela se volete essere di aiuto, il resto lo stiamo già facendo.

Rispondo alle perplessità immotivate e non documentate della consigliera provinciale/comunale Stella Scarnicci, che mette in discussione perfino le relazioni dei tecnici della provincia. Mi preoccupa il suo allarmismo! Incommentabili sono le ribalte istituzionali di paladini e garanti di soluzioni che non hanno. Alcuni non sanno neppure dove sta l’istituto Marconi.

Mentre la Provincia lavorava, altri facevano passerelle senza coinvolgerci ospitati da chi avrebbe dovuto tenere in seria considerazione che, alla provincia, non competono solo doveri, ma anche il diritto di lavorare in serenità e in piena condivisione con la scuola.
Nessuna di queste passerelle si è conclusa con un confronto o rapporto fra istituzioni, tutt’altro, è servita a millantare una primogenitura, non si sa a che titolo, per poi uscire sui giornali promettendo interventi o risorse che non arriveranno mai.

Meritano però un plauso le consigliere provinciali del Valdarno, Spadaccio e Valoriani che hanno fatto squadra istituzionale con noi, insieme al sindaco Vadi.

Quanto detto si è consumato anche sulla pelle dei tecnici della Provincia ai quali va invece il merito di aver preso in carico il problema della Marconi di San Giovanni Valdarno (IPSIA) fin dal 5 settembre scorso, giorno dei fatti. Lo sanno bene questi osservatori, che da 30 giorni stiamo dando corpo alla soluzione, una soluzione spiegata in vari modi e che costerà 150 mila euro.

Facciamo chiarezza quindi sulle soluzioni già trovate

Riferisce l’ Arch. E. Dreassi:

“A Montevarchi abbiamo già sottoscritto con la Parrocchia della Collegiata un verbale di immissione in possesso e stiamo formalizzando il contratto. I locali sono stati individuati dal Preside che ce li ha indicati e noi abbiamo preso accordi con la Parrocchia. Lì sono ospitate le 5 classi del corso di moda con i relativi laboratori
Come comunicato con relazione del 28/09 i locali delle palazzine lungo via Piave a San Giovanni sono ritenuti agibili (5 tra aule e laboratori oltre ad un’aula magna in cui sono in fase di completamento lavori eseguiti da parte della scuola).

La scuola è stata chiusa a scopo cautelativo ma solo un’aula è inagibile e su 3 altri locali ci riserviamo di fare un approfondimento di indagine. Negli altri spazi interverremo a scopo precauzionale con i sistemi di contenimento ma non ci sono evidenze di dissesti o rischi imminenti. In ogni caso il nostro intervento verrà organizzato per restituire prioritariamente i laboratori di meccanica anche prevedendo un ingresso a settori da parte dei ragazzi, sempre garantendo le dovute separazioni tra attività scolastiche e attività inerenti I lavori.

Grazie all’aiuto del Comune sono stati individuati circa una decina di locali in via San Lorenzo a San Giovanni di proprietà delle Suore Stimmatine. I locali sono stati visionati e ritenuti idonei anche dal personale della scuola e stiamo prendendo accordi con l’ente proprietario per averli in locazione il prima possibile, possibilmente già da lunedì 9 ottobre. In questo modo la scuola dovrebbe riuscire a tamponare l’emergenza.”

Sono convinto che la vicenda aveva bisogno di chiarezza. Sono emerse infatti una serie di questioni che era bene conoscere. Si è compreso chi fa e chi sta a guardare, chi si è reso disponibile a risolvere in tempi brevi e in modo duraturo trovando soluzioni, chi ha fatto sciacallaggio e chi ha trovato utile fare campagna elettorale utilizzando male un evento imprevedibile. In questi casi le istituzioni non si possono dividere, ma devono stare unite per il bene comune. Siamo comunque fiduciosi che Istituzione Scolastica, Provincia e Comune troveranno ancora il modo di fare l’interesse dei ragazzi. Mi auguro che le famiglie abbiano compreso ed apprezzato la nostra presenza a scuola per dare loro risposte e tranquillità.

Noi ci siamo! E come Provincia ci prendiamo carico di mettere in sicurezza tutto l’Ipsia con le modalità ampiamente illustrate e relazionate. Chi vorrà alimentare attese da campagna elettorale, si ricordi che i soldi degli italiani hanno mille priorità e magari potrebbero necessitare a chi di scuole davvero non ne ha. Ritengo che questo dovrebbe essere lo stile per entrare nelle istituzioni a testa alta e con alcune probabilità di rimanerci. So che il consiglio non è richiesto, pertanto vale come monito.

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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