Nata come una piccola fornace dell’Abbazia di Vallombrosa diventò una piccola osteria e dalla proprietà dei monaci passò alla gestione dei privati. Adesso l’immobile è abbandonato. Il grido d’allarme della capogruppo consiliare di Nuova Reggello
Dalla proprietà dei monaci alla gestione dei privati, da una piccola fornace a osteria e poi, in tempi moderni, in ristorante: la storia del Villino Medici a Vallombrosa passa attraverso una nascita religiosa, una storia gloriosa e un presente fatto di degrado e abbandono. A segnalare la vicenda è la capogruppo consiliare della Lista civica Nuova Reggello, Elisa Tozzi.
"Purtroppo con grande tristezze rammarico dobbiamo constatare che ogni anno Vallombrosa ed i suoi luoghi subiscono un progressivo abbandono: una decadenza progressiva ed inesorabile, di cui purtroppo il Villino Medici è una triste testimonianza".
Il Villino Medici nasce come fornace dell'Abbazia di Vallombrosa: la famiglia Cerchiarini dalla metà dell'800 ottenne dai monaci, di cui era alle dipendenze dal secolo precedente, la concessione per realizzare all'interno dell'immobile un'osteria. Nei tempi moderni la struttura ha ospitato anche un ristorante. Un edificio storico la cui proprietà è passata dai monaci alla Regione Toscana e poi di nuovo ai monaci mentre la gestione è sempre rimasta, sino ad oggi, ai privati. Adesso il VIllino è chiuso: la famiglia Cerchiarini è stata costretta a cessare l'attiività.
"Un caso purtroppo non isolato a Vallombrosa – spiega Elisa Tozzi – quest'anno neppure l'albergo La Foresta ha aperto i battenti. I ricavi delle presenze non coprono i costi di gestione stagionali delle strutture. In tutti questi anni non vi è stato modo di consentire che l'antico Villino Medici potesse continuare a vivere ed a rappresentare quella testimonianza storica del tempo che fu. Tutta Vallombrosa oggi rischia di non essere altro che la testimonianza del tempo che fu: un tempo glorioso, vitale, oggi disperso".
"Far rivivere e valorizzare questi luoghi passa anche dal trovare le energie e le sinergie giuste per evitare che il degrado e l'abbandono abbiano la meglio su ciò che di positivo potrebbe derivare dal far rivivere questi luoghi con idee e progetti adeguati: per esempio capire se sia possibile una ripresa non tanto per l'attività, che richiederebbe una messa a norma dei locali indubbiamente onerosa, ma quantomeno per poter visitare l'interno l'immobile, dall'indubbio valore storico. Su questo, anche come gruppo consiliare, cercheremo di sensibilizzare l'amministrazione ed ogni altro soggetto che non abbia perso la speranza di fa rivivere Vallombrosa e questi luoghi".