29, Marzo, 2024

I muretti a secco della Setteponti: un patrimonio dell’umanità

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

I muretti a secco rappresentano una particolare tipologia di muro costruito con il solo utilizzo di pietre accatastate precisamente una sull’altra. Sono stati creati nel tempo soprattutto per esigenze agricole ma il loro utilizzo vale anche per l’allevamento e per l’organizzazione degli spazi. Proprio questa funzione che i muretti a secco hanno svolto, e continuano a svolgere, nell’organizzazione e suddivisione degli spazi agricoli, ha contribuito alla creazione del tipico paesaggio delle campagne toscane come ad esempio quello del Chianti.

L’UNESCO nel 2008 ha iscritto “l’arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità in quanto rappresentano “una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”.

In Valdarno c’è un ampia presenza di muri a secco che spesso possono sfuggire all’occhio meno attento di chi ci si imbatte; tuttavia la loro importanza, oltre a quella di aver contribuito alla creazione del paesaggio, è anche e soprattutto quella di mantenerlo, conservarlo e di sottrarlo alle avversità della natura che minacciano questo paesaggio tanto fragile. Il paesaggio della Setteponti nel tempo si è ben conservato e ancora oggi è ben chiara la conformazione geometrica degli appezzamenti di terra e dei terrazzamenti scanditi proprio dalle “murelle”. Sul percorso della Setteponti l’opera più significativa dell’arte dei muretti a secco è sicuramente la Vigna delle Sanzioni presente nella zona di Gropina, un capolavoro di ingegneria povera contadina.

I contadini, con le pietre presenti nella loro terra, costruivano i muretti a secco affondando le prime pietre a circa 30cm nel terreno, nella base vanivano impiegate le pietre più piane su cui poi veniva fatta poggiare l’intera struttura. A partire dalla base poi venivano attentamente aggiunte le altre pietre accatastate in orizzontale che aumentavano la struttura in direzione verticale. Tipica è una leggera pendenza verso l’interno che consente una maggiore resistenza alle spinte della terra. Fondamentale per la durata della vita dell’opera è la creazione di canali di scolo delle acque pluviali che determinano la fuoriuscita dell’acqua tramite dei fori.

 

I muretti a secco rappresentano la straordinaria semplicità del paesaggio agricolo toscano e anche se non si tratta di opere maestose o spettacolari rappresentano un patrimonio inestimabile riconosciuto a livello mondiale. l’Italia è il paese con più siti UNESCO nel mondo con ben 58 siti e quello dei muretti a secco è sicuramente un chiaro esempio della fusione di semplicità e bellezza.

Articoli correlati