14, Maggio, 2025
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Gaib, 42 anni di passione, competenze e impegno. Attività svolte per i cittadini e il territorio

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Sono volontari, quelli che in ciò che fanno mettono passione, cuore, impegno e volontà. Sono uomini e donne con la propria vita e il proprio lavoro ma che non esitano a mettere a disposizione il proprio tempo per la salvaguardia del territorio e delle persone. Sono i volontari del Gaib, il gruppo avvistamento incendi boschivi, oggi circa 250, pronti ad intervenire nelle emergenze in Valdarno aretino e fiorentino ma anche a livello nazionale.

Il Gaib è nato nel 1983 grazie a un gruppo di cittadini di Ponte agli Stolli che, visto il proliferare degli incendi che stavano devastando l’area, decisero di farsi parte attiva e di aiutare avvistando in tempo i roghi e avvertendo chi era allora deputato a intervenire. In realtà la loro attività aveva preso il via, in maniera informale, l’anno precedente per poi assumere la forma di associazione in seguito. Inizialmente la sede era una roulotte, poi arrivò una casetta di legno di quelle che erano servite per accogliere i terremotati del Friuli, risistemata e ampliata dai volontari. In quegli anni cellulari e telecamere per l’avvistamento erano solo sogni, esistevano soltanto i binocoli, e per raggiungere i roghi e procedere al loro spegnimento erano pochi i mezzi e soprattutto valevano le gambe e tanto coraggio. Da allora sono arrivati riconoscimenti per il lavoro svolto, convenzioni e nuove opportunità.

Dal 2007 la sede principale dell’associazione è in via Montescalari donata dal Comune di Figline. Il parco mezzi e le attrezzature oggi sono di alto livello: 12 fuoristrada, 2 autobotti, un autocarro, 2 veicoli 4×4, 3 spargisale, 7 gruppi elettrogeni indipendenti, tanto per citarne sono una parte. Sono trascorsi 42 anni da allora, è arrivata la tecnologia in supporto, ma i valori e i principi che animano questi volontari non sono cambiati.

“Negli anni il Gaib si è evoluto operando anche come Protezione civile a livello regionale e nazionale. Siamo un gruppo di circa 250 volontari tra sostenitori e attivi che si impegnano tutto l’anno nelle varie emergenze”, sottolinea il presidente Cesare Tani che poi spiega quali sono nello specifico le attività del Gaib e l’evoluzione sviluppatasi nel tempo per mezzi e tecnologia e per la tipologia degli eventi calamitosi.

Il territorio di competenza vede impegnati i volontari del Gaib in due province, quella di Arezzo e Firenze, e otto comuni. 5 sono le sedi: Ponte agli Stolli, nel comune di Figline Incisa, Lucolena nel comune di Greve in Chianti, Castelfranco, Piandiscò, e San Giustino nel comune di Loro Ciuffenna. Avendo convenzioni con la Regione Toscana e i Comuni il Gaib riesce a garantire una reperibilità H24 per tutto l’anno per quanto riguarda gli incendi boschivi con opere di prevenzione, sorveglianza, avvistamento, spegnimento e bonifica.

“Abbiamo come tempo di partenza 20 minuti ma nei periodi in cui statisticamente sono più probabili gli eventi, come in estate, capita spesso che i volontari siano in sede e quindi i tempi di partenza si riducono a 5 minuti. I volontari adibiti all’antincendio sono 90 e devono obbligatoriamente fare un corso base e ogni due anni una visita medica. Ci sono anche figure specifiche per aiutare nella logistica”, afferma Alessandro Gori, responsabile antincendi boschivi.

Le attività del Gaib sono variegate, legate non solo agli incendi ma anche a tantissimi altri eventi e situazioni: terremoti, alluvioni, il monitoraggio dei corsi d’acqua, la neve, o la pulizia dei sentieri.

“Nessuna delle nostre squadre si muove in maniera autonoma, il comando di protezione civile prevede una catena molto stringente. Ci muoviamo perchè c’è bisogno e perchè viene richiesto il nostro aiuto”, spiega Roberta Scaffidi, responsabile della protezione civile che poi sottolinea anche l’importanza dei corsi di formazione e delle esercitazioni.

 

Ma il Gaib è anche informazione quella che viene impartita a grandi e piccoli nelle scuole. ​“Il nostro obiettivo è quello di tutelare le persone e l’ambiente. Ma la conoscenza aiuta a proteggersi”, spiega Valentina Calzeroni, responsabile della sezione di Piandiscò che, poi, sottolinea l’importanza di un progetto pilota rivolto alla scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado del territorio. “I ragazzi vengono coinvolti nel processo di interiorizzazione di quelle che sono le buone pratiche per sé stessi e gli altri”. “Importante è la collaborazione con gli altri enti, questo mix al quale partecipa il Gaib è molto positivo”.

Sono trascorsi 42 anni dalla sua nascita durante i quali si sono alternati uomini e donne, emergenze e interventi di ogni tipo, ma i volontari del Gaib continuano a dedicare tempo, impegno e sacrifici per la tutela del territorio e di chi ci abita. Sicuramente ne occorrerebbe un numero maggiore per riuscire a far fronte a tutte le necessità. Essere un volontario è un’attività di grande sensibilità e responsabilità che fa bene non soltanto agli altri ma anche a sé stessi. Per questo l’appello viene lanciato a tutti i giovani che hanno e vogliono dedicare il proprio tempo a un’attività che, oltre a servire alla comunità, rappresenta una profonda e costruttiva crescita personale.

Per tutti i volontari del Gaib l’associazione è come un seconda famiglia: si ride, si scherza, ci si ritrova tutti insieme per una cena ma quando c’è un’emergenza si parte. E’ questa la grandezza del volontariato: significa vivere insieme momenti di allegria e amicizia ma quando il territorio o le persone hanno bisogno, vuol dire anche, sempre insieme, dare il meglio di noi stessi per gli altri. Perchè una richiesta di aiuto non si rifiuta mai. Tutti insieme.

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