29, Marzo, 2024

Esperienza di vita e di legalità: il bilancio del progetto che ha portato i ragazzi nei campi di lavoro di Libera

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Un’esperienza-pilota, che ha reso il Valdarno un punto di riferimento a livello nazionale per la capacita di organizzare in questo modo il progetto: è il bilancio di “Valdarno… Estate Libera”, proposto la scorsa estate dal Coordinamento del Valdarno Superiore di Libera ai comuni del territorio, partendo da un’iniziativa portata avanti con buoni risultati negli ultimi anni dal Comune di Reggello, e che nel 2021 si è allargato a nove comuni in tutto.

Un’esperienza unica nel suo genere a livello nazionale proprio per le tante amministrazioni comunali che hanno messo insieme idee e risorse coinvolgendo in tutto 22 giovani: 18 ragazzi e 4 educatori che li hanno accompagnati a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, per uno dei campi organizzati da Libera. Al Centro di Geotecnologie si è tenuto un momento di restituzione del progetto, con un video preparato proprio dai ragazzi per raccontare le proprie esperienze.

“Prima di partire, di mafia sapevo poco o nulla – racconta Viola – vivendo lì, avendo fatto quel campo, ho capito il senso anche di piccole cose che ci circondano, che non riuscivo a vedere prima. Abbiamo creato una piccola grande famiglia anche con le persone che sono rimaste lì, che ci lavorano. Ci portiamo a casa tanto ed è una bellissima esperienza da fare”.

Il coinvolgimento dei ragazzi, a partire dalle scuole, rimane un punto fermo delle iniziative di Libera in Valdarno, come ricorda Suor Letizia Dei: “Da anni come Coordinamento di Libera lavoriamo nelle scuole, e in particolare da Reggello è partita l’esigenza di allargare questa esperienza. Quest’anno abbiamo deciso di fare un’iniziativa formativa che li porterà a riflettere sull’uso dei beni confiscati, sul principio di beni comuni condivisi, e sarà l’occasione per legare il progetto all’esperienza che i ragazzi hanno fatto ai campi”. E il professor Luca Cappelli, docente ai Licei di San Giovanni, aggiunge: “Sono tematiche solo apparentemente lontane dalla vita quotidiana dei ragazzi, ma in realtà la mafia e l’atteggiamento mafioso è qualcosa che ci coinvolge tutti direttamente, non è una sovrastruttura ma qualcosa che viene da dentro: per questo ne parliamo con i giovani, con i ragazzi, che sono particolarmente bravi a capire in realtà come a volte occorre cambiare atteggiamento, mentalità. Sono molto recettivi da questo punto di vista. Ed esperienze come quelle nei campi di lavoro sono trasformative”.

Il progetto ha visto come capofila il comune di Reggello, rappresentato alla conferenza di questa mattina dal sindaco Piero Giunti e, come aderenti, i comuni di Cavriglia, Figline e Incisa, Laterina Pergine, Montevarchi, Castelfranco Piandiscò, Rignano sull’Arno, San Giovanni e Terranuova. L’obiettivo comune è di continuare con questo progetto e allargarlo agli altri comuni.

“Un progetto pilota, davvero utilissimo – ha detto l’assessore di San Giovanni, Nadia Garuglieri – stimola la partecipazione, la cittadinanza attiva, paradigmi culturali che in questo momento diventano fondamentali per i ragazzi. Possono vivere e sentire in prima persona l’importanza di essere cittadini attivi. Riunire comuni e associazioni del territorio è ovviamente un valore in più, quello di patto educativo di comunità, per offrire percorsi educativi e formatici ai giovani proprio come comunità educante”. “Un progetto importante che ha unito 9 amministrazioni – ha ricordato l’assessore Lorenzo Allegrucci, di Montevarchi – ci auguriamo che anche le altre amministrazioni del Valdarno si uniscano a questo progetto, è fondamentale offrire questa opportunità ai ragazzi, alle nuove generazioni, perché possano capire cos’è la mafia e come è possibile combatterla”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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