29, Marzo, 2024

La Fonte Lattaia di Sant’Agata: l’acqua che aiutava le mamme nell’allattamento al seno

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Nella strada che da Reggello raggiunge Pietrapiana si trova un antico fontino tutt’oggi in uso: si tratta della Fonte Lattaia di Sant’Agata, un luogo protagonista di una vecchia usanza che si legava ad una credenza magico religiosa. Viene ancora raccontato infatti che questa fosse una fonte ga­lattofora e che aiutasse le neomamme nell’imminente necessità dell’allattamento al seno.

Non è una leggenda, ma una memoria popolare quella secondo cui a La Fonte Lattaia di Sant’Agata – si avvicinavano mariti e familiari delle partorienti per riempire bottiglie di questa acqua che aveva, e tutt’ora ha fama di avere, proprietà galattofore; favorisce cioè nelle neo-mamme la formazione del latte materno da dare ai loro neonati – dalle testimonianze raccolte dal Cai Valdarno Superiore risulta che questa usanza è persistita fino agli anni 60, momento è probabilmente prevalsa l’evidenza scientifica. La tradizione orale dei reggellesi tramanda questo tipo di racconto: “Viene chiamata Fonte Lattaia perché le donne andavano a prendere l’acqua per far venire la montata del latte alle persone che avevano da partorire e volevano allattare al seno”, con l’unica variante che qualcuno racconta che le mamme avrebbero potuto andare direttamente alla fonte solo dopo un mese e mezzo dal parto, mentre altri non citano questo tipo di calcolo.

La Fonte di Sant’Agata non è la sola alla quale vengono attribuite queste caratteristiche: si tratta di un’acqua ricca di calcio utile nel favorire la secrezione lattea, le quali caratteristiche si ritrovano in altri luoghi, molti dei quali in Toscana: luogo dove dall’alba dei tempi il culto dell’acqua è stato capillare. Come spiega anche Bonani, in Maria Lactans: “L’acqua è conside­rata fonte e origine d’ogni forma di vita, simbolo di rinascita e rigenerazione, ele­mento fecondante, sostanza magica e terapeutica. Unendo a questa un’altra fonte di vita, quella del latte materno, l’immaginario popolare magico aveva originato un numero incalcolabile di sorgenti ritenute ga­lattofore, il cui nome – “portatrici di latte” – ancora oggi evoca la potenza vita­le e la realtà sognata del fenomeno.”

Quello della Fonte Lattaia è un chiaro esempio di ciò che è stato il culto delle acque e di come a queste venissero attribuite doti magiche. In questo caso anche la posizione sembra non essere casuale, lo nota Vannetto Vannini. Oltre alla fonte infatti, a dimostrare la centralità del tema materno, vicino vi sono la chiesa di Sant’Agata in Arfoli e quella di San Michele di Caselli. Sant’ Agata Martire è venerata dalle mamme per tutti i problemi che possono sorgere durante l’allattamento; mentre San Michele, viene posto da Dio a difesa della maternità divina nella grotta della natività di Betlemme, è l’angelo tutelare delle partorienti, dei lattanti e della purezza delle acque.

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