29, Marzo, 2024

Dagli incendi del 1307 ad oggi: la vita dei castelli di Sogna e Rapale

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Situati su un’altura nei comune di Bucine, nel cuore della Valdambra, resistono i castelli di Sogna e Rapale: il loro passato è simile ed intrecciato, mentre il presente e i modi in cui le due località vengono vissute, quasi si contrappongono. Dalle loro origini databili intorno al 1200, quelle che adesso sono due località, hanno mantenuto in entrambi i casi la struttura medievale del castello; dove si intende non solo l’edificio principale, ma qualcosa di simile a quello che noi oggi identifichiamo come borgo: un confine, una sede principale, una chiesa ed alcune abitazioni.

Procedendo da Bucine, arrivando ad Ambra in direzione Siena, si trova uno svincolo sulla sinistra che porta a Sogna e Rapale. Intorno al 1200 i due castelli appartenevano alla famiglia degli Ubertini di Arezzo. Durante questo periodo le continue lotte tra i feudatari locali e le guerre combattute fra Siena, Arezzo e Firenze devastarono la Valdambra, a questi attacchi, furono soggette anche Sogna e Rapale. Nel 1307, a pochi mesi didistanza, due incendi per mano fiorentina infatti demolirono i due castelli. In seguito alla sconfitta degli Ubertini a Campaldino, i castelli diventano prima proprietà di Firenze, poi di Siena nel 1430 e di nuovo di Firenze nel 1433. Durante la guerra del secolo successivo tra Firenze e Siena i senesi tentarono più volte di attaccare i nemici in Valdambra ma in quelle occasioni Rapale resistette agli assalitori. Rapale, durante i decenni di pace successivi alla vittoria di Firenze su Siena rimase un piccolo comune con propri statuti fino a quando, negli anni settanta del Settecento, non fu incluso nel comune di Bucine. Nonostante le distruzioni, si sono comunque mantenute le strutture tipiche dei castelli medievali.

Ciò che propongono oggi i due castelli è visivamente un vero e proprio salto nel Medioevo, agevolato anche del progetto “Museo virtuale della Valdambra” del Comune di Bucine. Sogna, totalmente abbandonata nell’ultimo dopoguerra, è stata successivamente acquistata da una società privata e ristrutturata con un’attenzione particolare alla struttura originaria. Nonostante i tentativi di vendita, la località è rimasta quasi totalmente disabitata. Grazie alla fedeltà della ristrutturazione sono ancora visibili infatti, i resti del circuito murario difensivo del castello originario e i resti del Cassero, ovvero l’edificio più importante dell’intero nucleo fortificato. Inoltre nella piazzatta si trova ancora la chiesa di San Tommaso di origine medievali, un tempo sottoposta alla Pieve di Montebenichi. L’edificio attuale sembrerebbe in parte aver inglobato, sul lato meridionale, le mura del castello di Sogna.

Rapale invece non è totalmente disabitata ma le opere di ristrutturazione nel corso degli anni sono state limitate. Lo stato di degrado della maggior parte degli edifici ne è la prova evidente. Nonostante ciò sono ancora visibili i resti di un torrione di forma circolare: elemento difensivo medievale collocato nel settore occidentale del centro storico di Rapale; un’antica porta e tratti di mura, in parte inglobati nelle abitazioni. Appena oltrepassata l’antica porta di accesso, a destra, si trova la piccola chiesa intitolata a San Miniato, intitolazione ripresa da una vecchia chiesa che un tempo era situata nei pressi dell’attuale cimitero. La porta d’ingresso a forma rettangolare è delimitata da una cornice in pietra che reca la data 1623, probabilmente riferibile ad una fase di restauro dell’edificio. All’interno del castello si trova anche la chiesa di San Biagio, edificio religioso di chiara origine medievale.

Immagini e riprese col drone di Gian Marco Martini

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