24, Aprile, 2024

“Un’esperienza bruttissima ma un legame forte con quella terra e i suoi cittadini “, parla Elena sfuggita al sisma

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Elena Gironi di San Giovanni il 24 agosto si trovava a Illica, frazione di Accumuli. Alle 3.36 è riuscita a salvarsi dal terremoto. Negli occhi ancora quella notte

Non è una notte che Elena Gironi, sangiovannese, dimenticherà facilmente quella del 24 agosto scorso. Perchè è una di quelle notti in cui le coincidenze, le decisioni, le azioni possono voler dire la vita o la morte. Alle 3.36 quando il terremoto di magnitudo 6 ha devastato alcune zone del Centro Italia lei era lì in un B&B a Illica, frazione di Accumuli, per una vacanza e mai si sarebbe aspettata di vivere l'esperienza più drammatica della sua vita. Un'esperienza, un dramma, che l'hanno legata indissolubilmente a quella terra e ai suoi abitanti.

Le coincidenze hanno salvato la vita a Elena: l'albergo Roma di Amatrice pieno, una stanza invece di un'altra nel B&B, la volontà di uscire subito al momento del sisma. Perchè in quei momenti è questione di secondi: una decisione sbagliata può pregiudicare la vita.

Elena è tornata a Illica per accertarsi della situazione in cui stavano vivendo adesso coloro con i quali ha condiviso la notte pià drammatica della sua vita. Ma come vive, oggi, in Valdarno dopo quanto accaduto?

“Affronto la vita in maniera diversa. Adesso riesco a dare valore a tante cose che prima davo per scontate. Il fatto di aver rischiato la vita per una cosa che non puoi controllare ti fa cambiare: è come se fossi morta e poi rinata. Una parte di me stessa è ancora là con quelle persone con le quali ho condiviso qualcosa che gli altri non possono comprendere fino in fondo”.

Poi la paura che ancora sente “Tante volte sento tremare, dormo poco”, e le tante coincidenze che hanno salvato la vita a lei e al fidanzato.

“Il mio fidanzato ha fatto campeggio per tanto tempo in quella zona: voleva rivedere gli amici prima di andare al mare. Dovevamo andare ad Amatrice e poi ad Accumuli ma non c'era posto in albergo così siamo andati a Illica che non conoscevo. Dovevano darci una camera nell'ala destra, poi crollata, invece siamo andati in quella a sinistra. Tante coincidenze”. Amatrice è stata rasa al suolo dal terremoto e ha riportato il numero maggiore di morti. Accumuli è stata gravemente ferita.

Elena continua il racconto: “La sera ci siamo trovati per un apericena. A mezzanotte eravamo già a dormire e alle 3.26 è scoppiata come una bomba in casa. I muri si sono aperti, i calcinacci hanno cominciato a caderci addosso, la luce è andata via e noi respiravamo polvere. Ho realizzato subito che era il terremoto. Mi sono infilata i pantaloni, ho preso il cellulare e gli occhiali. Ci siamo messi un cuscino in testa e ci siamo precipitati verso la porta ma era ostruita da un armadio pesante. Siamo riusciti a spostarlo e ci siamo precipitati per le scale. Il primo istinto è stato quello di fuggire perchè la casa ci stava cadendo addosso. Insieme agli altri siamo scesi di corsa. Altre persone stavano aprendo la porta d'ingresso e così siamo usciti nel piazzale. Siamo restati fuori al buio: sentivamo i boati, le urla delle persone in lontananza”.

“Un ragazzo mi ha chiesto il cellulare per illuminare con la torcia la zona perchè aveva perso i suoi due cani che poi ha ritrovato. Una signora mi ha dato un ovetto con un bambino dentro e io l'ho coperto con il mio cuscino: era la nonna che stava andando in giro a cercare l'altra nipotina. Poi siamo andati tutti verso il parcheggio lontano dalla casa pericolante. Una situazione surreale: faceva freddo, eravamo in pigiama, cercavamo di chiamare i soccorsi ma le linee non funzionavano bene. Poi sono arrivati nel pomeriggio. Abbiamo trascorso la notte così tutti insieme. La mattina la gente dei luoghi non toccati dal sisma ci hanno portato i dolci per la colazione e a pranzo abbiamo preparato un primo piatto. Alle 6.00 ho telefonato ai miei genitori: volevo che sentissero al mia voce prima di apprendere la notizia dalla televisione. Poi siamo andati via alle 17.00”.

Un'esperienza bruttissima e forte quella vissuta da Elena. Forse proprio perchè così drammatica e condivisibile fino in fondo solo con chi l'ha vissuta dal 24 agosto una parte di lei è rimasta a Illica. Si è formato un legame talmente forte con quella terra che ha visto distrutta, lacerata e isolata dal terremoto che non solo è già tornata a trovare le persone che erano con lei quella notte ma pensa anche di rifarlo più volte. “Nascono legami molto forti: ci sentiamo tutti i giorni”. Quella polvere che ha respirato, quelle pietre che l'hanno colpita e quella terra che ha tremato sotto i suoi piedi, nonostante la paura che ha nutrito, non l'hanno allontanata ma anzi l'hanno legata ancora di più a quelle zone e a quelle popolazioni ferite.

 

 

 

 

 

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