25, Aprile, 2024

Un altro ponte sull’Arno? Si potrebbe fare, ma a Pian dell’Isola. Il Commissario per le casse d’espansione affida uno studio di fattibilità

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Per ora è solo un’ipotesi, che verrà valutata con un apposito studio appena affidato dal Commissario governativo che ha l’incarico di terminare le casse di espansione dell’Arno in Valdarno fiorentino. L’attuale ponte di Pian dell’Isola, infatti, sarebbe incompatibile con una portata di piena eccezionale

Potrebbe essere necessario un nuovo ponte sul fiume Arno, in Valdarno fiorentino: sarà uno studio di fattibilità a chiarire meglio i dettagli. Ma non si tratterà (almeno per ora) del secondo ponte di Figline, chiesto da decenni dai cittadini del Valdarno. Un altro ponte sull'Arno potrebbe infatti sostituire quello già esistente nella zona di Pian dell'Isola, che collega la Regionale 69 nei pressi di Leccio con la strada di Pian dell'Isola, fra i comuni di Figline e Incisa e Rignano. 

Per il momento è solo un'ipotesi, va sottolineato. Ma c'è l'iniziativa concreta del Commissario governativo per le Casse di espansione, che si sta occupando di portare a termine la messa in sicurezza idrogeologica del Valdarno fiorentino (e di Firenze) realizzando quelle opere rimaste in stallo per anni. E proprio perché è in corso lo sblocco dei lavori del Lotto di Prulli e del Lotto di Leccio, ecco che si è aperto il problema. 

"Nell'ambito del sistema di casse di espansione dell’Arno – si legge nella relazione – in corrispondenza della località di Pian dell’Isola, nel comune di Figline e Incisa, è presente un ponte che interferisce con i livelli idraulici del fiume in occasione di eventi di piena eccezionali con tempo di ritorno 200 anni e, quindi, occorre valutare i possibili interventi di mitigazione o risoluzione dell’interferenza dell’infrastruttura esistente con il deflusso delle acque in caso di un evento simile, rispetto a differenti ipotesi di posizionatura dell’opera". 

Detto in altri termini: il ponte, oggi, potrebbe non reggere a portate eccezionali di piena, e quindi interferire con il sistema delle casse di espansione. Servono alternative progettuali: se ne potrebbe costurire uno nuovo, in un'altra posizione, o forse anche intervenire su quello esistente. Ogni ipotesi, comunque, sarà vagliata "mediante uno studio di fattibilità che consenta di mettere a confronto le differenti soluzioni possibili e più precisamente la loro fattibilità tecnica ed economica". Lo studio è già stato affidato, per un costo di 15mila euro, e una volta concluso il lavoro tecnico si capirà meglio quale soluzione si intenda adottare. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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