20, Aprile, 2024

‘Taglio’ ai prelievi di sangue al Distretto, i Cobas: “Ulteriore smantellamento senza informazioni ai cittadini”

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I rappresentanti dei lavoratori denunciano una riduzione delle attività infermieristiche che comporta 180 prelievi del sangue in meno ogni settimana: “Nessuna informazione agli utenti, condizioni impossibili per gli infermieri. Chiediamo all’Azienda sanitaria di porre rimedio”

Diminuiscono i prelievi di sangue al Distretto di Figline: 30 in meno al giorno, per un totale di 180 prestazioni 'perse' in una settimana. È l'ennesima denuncia che arriva dai delegati Cobas, Andrea Calò, Domenico Mangiola e Valentina Fontanelli. "Già da marzo 2018 avevamo spiegato ai sindaci dell Valdarno fiorentino la situazione di estrema criticità gestionale, organizzativa e di personale del più grande distretto del Valdarno fiorentino. Avevamo fatto presente il mancato adeguamento degli organici di personale infermieristico già insufficienti nella fase della “fusione” e aggravatasi nel tempo oltre che per problemi di salute, anche per effetto di pensionamenti già annunciati".

Insomma, per i Cobas la situazione attuale era "conosciuta dall’azienda e sottovalutata volutamente dai manager impegnati nel contenimento della spesa sanitaria, del taglio ai servizi e della riduzione delle prestazioni e dell’offerta sanitaria". La conseguenza è che "a fronte dei primi pensionamenti di infermieri, avvenuti ad aprile 2019 le direzioni aziendali hanno pensato bene, a partire da lunedì 8 aprile, di ridurre drasticamente 180 prelievi di sangue alla settimana". 

Da lunedì scorso, quindi, al Distretto invece dei consueti 70 prelievi giornalieri, ne vengono effettuati soltanto 40, "all’insaputa dei cittadini, nel silenzio più assordante delle istituzioni. Ignorata del tutto l’informazione pubblica, i bisogni sanitari della popolazione, l’accesso al diritto alla cura e alla salute e i diritti dei lavoratori. Un solo infermiere al front-office e uno impegnato ai prelievi di sangue".

"Una decisione dannosa, inutile, socialmente iniqua – commentano Calò, Mangiola e Fontanelli – questa è la politica gestionale del numero chiuso che ha creato fin da subito disagi e criticità alle persone anziane, alle donne in gravidanza e a tutti gli utenti portatori di patologie croniche o in fase di diagnosi. Nonostante che tutte le attività svolte in regime di carenza di personale vengono assicurate con competenza e professionalità dagli infermieri, ciò che viene messa in crisi è la qualità del servizio e la sicurezza degli operatori e per gli utenti. Qui viene semplicemente smantellato il più grande distretto del Valdarno fiorentino".

"Lo sbarramento agli accessi – sottolineano i Cobas – non essendo stato adeguatamente pubblicizzato, sta creando sconcerto nella popolazione che tenuta all’oscuro ed informata sul posto è costretta, dopo aver atteso, a tornare indietro e a cercarsi una soluzione di ripiego. Preoccupante è la condizione di precarietà in cui vivono gli infermieri e il fatto che oltre a gestire i turni e i ritmi di lavoro, le complesse prese in carico assistenziali in una situazione di stress lavoro correlato con l’aumento dei rischi, che mettono in discussione una assistenza domiciliare di qualità professionale, fondamentale per garantire una adeguata continuità assistenziale fra ospedale e territorio, gli stessi debbono informare la cittadinanza sulla chiusura dei servizi al cittadino".

"Il numero chiuso del punto prelievi indebolisce la funzionalità stessa del Distretto di Figline che da questa operazione riceve un ulteriore danno, dopo lo spostamento di tutte le specialistiche mediche ambulatoriali sull’ospedale Serristori, ormai prossimo alla trasformazione in casa “di lungo degenza”. Possibile che il sindaco di Figline e Incisa fosse all'oscuro di tutto? Come delegati Rsu Cobas P.I. USL Toscana Centro chiediamo l’immediato aumento del personale infermieristico del distretto, la revoca del numero chiuso agli accessi per i prelievi, la messa in sicurezza del distretto, la garanzia aziendale a non abbassare i livelli di assistenza domiciliare e un tavolo di confronto con tutti i sindaci del Valdarno fiorentino sulle sorti dell'Ospedale e del Distretto". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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