29, Marzo, 2024

Sugli scavi archeologici del Castelluccio, alla ricerca delle origini medievali di Rignano

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In occasione delle Giornate dell’Archeologia, a Rignano è stato possibile partecipare ad una visita guidata agli scavi archeologici che, dal 2007, stanno riportando alla luce quello che, con ogni probabilità, è il “castello novo de Rignano”, risalente all’incirca all’anno Mille. Un viaggio all’indietro nella storia, un luogo del Valdarno che vale la pena di vedere

Quello che oggi è uno scavo archeologico che ha portato alla luce un complesso intrico murario, e che racconta una storia che affonda le sue origini nel medioevo, è iniziato in realtà da un buco. Una scoperta archeologica che, come in molti casi, nasce dalla curiosità suscitata da un piccolo dettaglio, qualcosa di inusuale e anomalo.

Trent'anni fa, un gruppo di archeologici provò a cercare una spiegazione per uno strano buco, dalla forma circolare praticamente perfetta, che si trovava al centro di una collina, un poggiolo, nella tenuta di Pagnana, sopra Rignano. Qualche saggio, qualche scavo nel terreno, ma presto quella curiosità si esaurì, senza aver dato una spiegazione a quel buco così perfetto. Si è dovuto aspettare fino al 2007 perché partisse una vera campagna archeologica.
 

Quegli scavi sono ancora in corso, curati dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell'Università di Firenze, guidata dal professor Vannini. A condurre la campagna sono gruppi di studenti seguiti dalla dottoressa Leporatti, che nella visita di sabato ha fatto da guida al gruppo di partecipanti alla visita organizzata dal comune di Rignano, e che rientrava all'interno delle Giornate dell'Archeologia. 

"In questi otto anni molto è stato rinvenuto, ma molto lavoro rimane ancora da fare", ha spiegato. Gli scavi hanno portato alla luce un complicatissimo intrico murario: pareti di epoche diverse, incastrate fra loro apparentemente in maniera incomprensibile. "In realtà si leggono più fasi: dal castello medievale alle trasformazioni che questo ha subìto in periodi successivi", ha chiarito la dottoressa Leporatti. Il ritrovamento più importante però è stato quello delle cinta murarie: lo 'scheletro' (il muro vero e proprio non esiste più, depredato delle pietre che lo componevano) di una costruzione fortificata. La prova, in sostanza, che quello scavo archeologico sta portando alla luce il "Castello novo de Rignano", di cui si ha notizia fin dall'anno Mille. 
 

E il buco? Ancora oggi quella scoperta rimane in parte da chiarire, ma è appurato che fosse una sorta di pozzo, anzi: una cisterna. Probabilmente raccoglieva le acque piovane dalle strade interne del castello, attraverso delle canalette (alcune perfettamente conservate e ancora visibili negli scavi) e le filtrava attraverso un sistema di drenaggio con la terra, per poi farle cadere all'interno di questa cisterna rotonda da cui si poteva attingere acqua come da un pozzo. Una tecnica raffinata ma che, spiegano gli studiosi, si è già trovata in complessi medievali come questo. 

Ci sono due modi per arrivare agli scavi:
– a piedi, un percorso comodo che si affronta in meno di un'ora, passando dalla Pieve di San Leolino;
– a piedi o in auto (ma in tal caso occorre chiedere il permesso) attraversando la proprietà della Fattoria di Pagnana. 
Le indicazioni nella mappa:
 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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