25, Aprile, 2024

Stagione fungina 2019 abbondante e fruttifera. L’esperta: “Attenzione al riconoscerne la commestibilità”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Il meteo degli ultimi mesi ha favorito l’arrivo di un periodo molto ricco di funghi in Valdarno. Ma ci sono già state anche tre intossicazioni con accesso al Pronto soccorso: per questo gli esperti del settore consigliano particolare attenzione e a rivolgersi agli sportelli micologici. Ce ne parla Daniela Donati, micologa della Asl

Gli eventi meteorologici degli ultimi mesi, con una stagione piovosa già iniziata a fine luglio, hanno condizionato positivamente l'attuale stagione micologica. Grandi quantità di funghi che però, purtroppo, hanno causato già alcuni interventi al pronto soccorso. Ce ne ha parlato la micologa Daniela Donati, direttrice unità operativa tecnici della prevenzione in ambito sanità pubblica con sede Arezzo.

"Quest'anno abbiamo avuto un settembre ed ottobre ricco di funghi – afferma Donati – complice anche il meteo, la gente si è ritrovata con una quantità tale di funghi che ne ha abbondato nel consumo giornaliero. Questo, ha causato alcuni interventi al pronto soccorso poiché non tutti sono stati attenti e si sono rivolti agli ispettorati micologici e della prevenzione."

"Nella provincia di Arezzo quest'anno abbiamo avuto più di dieci interventi – continua Donati – tre di questi sono stati in Valdarno, causati tutti da intossicazione per funghi non commestibili malcotti. Ciò ha causato dei disturbi gastro-intestinali per cui l'utente si è rivolto al pronto soccorso attivando così il micologo di turno. È una diretta conseguenza della ricca stagionalità che potrebbe essere evitata se tutti andassero allo sportello micologico, dove gli esperti darebbero indicazioni sul fungo: se è buono, commestibile, tossico, velenoso, la tipologia, le modalità di cottura da adottare per ogni fungo e molto altro."

 

Amanita Phalloide, velenosa mortale –  Foto concesse dall'Ispettorato Micologico di Arezzo

 

"È una misura preventiva importantissima per evitare interventi, anche gravi, in pronto soccorso – spiega Donati – ci vuole massima attenzione poiché i funghi non sono un alimento innocuo, tutt'altro: persino il semplice boletus, porcino, ha una cottura che necessita di rispettare certi canoni; oppure l'Armillaria che deve essere scottata almeno venti minuti prima di essere cotta e così via. Tutti dovrebbero rivolgersi allo sportello micologico, dato che persino gli esperti possono sbagliare la cottura di una certa tipologia di fungo e diventare così un accesso al pronto soccorso. Il nostro interesse è quello di non ritrovarci ad intervenire, anche due volte la settimana, per una cattiva cottura del fungo o peggio per intossicazione da funghi velenosi, come un caso recente di Amanita Falloide."

 

Amanita Muscaria, velenosa – Foto concesse dall'Ispettorato Micologico di Arezzo

 

"I consigli che dò a tutti sono i seguenti – suggerisce Donati – partecipare ai corsi propedeutici per la raccolta funghi delle associazioni presenti in tutte le zone, dove viene fatta un'infarinatura su tutti i funghi e su quale sia il giusto approccio da tenere quando andiamo nel bosco; portare sempre i propri funghi allo sportello micologico, che in Valdarno è aperto lunedì, mercoledì e venerdì; inoltre, un altro consiglio sono le dimensioni. I funghi piccoli, che ancora hanno da maturare, oltre ad essere causa di una possibile sanzione se di diametro troppo piccolo, sono più difficilmente riconoscibili e, per esempio, un ovulo chiuso, che ha ancora da schiudersi, di Amanita Caesarea può essere scambiato con un'Amanita Falloide."

 

Russula Nigricans, non commestibile – Foto concesse dall'Ispettorato Micologico di Arezzo

 

"Finisco dicendo che non c'è bisogno di raccogliere tutto ciò che si trova – conclude Donati – la stagione ha permesso la nascita di una miriade di specie nel bosco, ma avventurarsi con l'intenzione di prendere tutto, oltre che inutile, è anche dannoso per l'ambiente dato che si interrompe il ciclo naturale del bosco. Limitiamoci a cercarne solo un certo tipo o comunque quelli che uno conosce, senza rompere o raccogliere e buttare anche quelli non buoni così che l'ecosistema rimanga invariato."

 

Cattiva tipologia di raccolta – Foto concesse dall'Ispettorato Micologico di Arezzo

Articoli correlati