25, Aprile, 2024

Pelletteria, sempre più cinesi nel Valdarno Fiorentino: aumento esponenziale negli ultimi due anni. I timori degli artigiani locali

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Nel 2005, secondo le statistiche, c’era un solo cittadino cinese residente in Valdarno Fiorentino. Dieci anni dopo sono in 150 e hanno trovato lavoro in una decina di laboratori di pelletteria sparsi tra Reggello, Figline e Incisa. Una crescita esponenziale negli ultimi tre anni che mette in apprensione gli artigiani locali.

Via Fiorentina a Lagaccioni. Via Urbinese a Matassino. E poi i Ciliegi, a Incisa. Qui negli ultimi mesi sono sorti laboratori di pelletteria che occupano esclusivamente lavoratori cinesi. Non più di una decina di aziende in tutto, ma ciò rappresenta comunque un cambiamento per il tessuto produttivo del Valdarno Fiorentino.

Anche perchè, come testimoniano le statistiche ufficiali, i cittadini della Repubblica Popolare Cinese sono in costante aumento negli ultimi anni. Dieci anni fa c’era un solo cinese registrato in Valdarno Fiorentino: abitava ad Incisa. Oggi sono circa 150.

A Figline e Incisa a fine 2014 erano esattamente 120. A Reggello 25 mentre a Rignano sono solo 5: “Sono arrivati da poco” sottolineano in comune. Qui a Rignano, sono arrivati esclusivamente per la ristorazione. Negli altri paesi invece, quasi tutti per la filiera dell’alta moda.

Il grande balzo si è avuto nel 2012, soprattutto ad Incisa, ma il trend sembra in rapida crescita. Un fenomeno migratorio che non è passato inosservato in Valdarno Fiorentino e che ha messo in allarme molti piccoli artigiani.

La situazione è controllata e monitorata costantemente anche dalle forze dell’ordine. La compagnia di Figline, guidata dal capitano Luca Mercadante, insieme all’ispettorato del lavoro dei carabinieri e, in alcune occasioni, congiuntamente alla tenenza della Finanza di Pontassieve, controllano regolarmente i laboratori e per il momento non sono emersi fatti eclatanti.  

Anche perchè, a quanto emerge, dopo le inchieste giornalistiche e le polemiche a livello nazionale, sembra che ci sia anche maggiore attenzione da parte delle stesse grandi griffe che in alcune occasioni commissionano il lavoro. 

Certo è che regna il timore tra i piccoli artigiani locali vista la possibile concorrenza spietata che potrebbe nascere, in un periodo drammatico per il territorio che ha già registrato una desertificazione produttiva. La paura è che anche il Valdarno possa seguire le orme della piana fiorentina e pratese. Ma è ancora troppo presto per azzardare previsioni.

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