23, Aprile, 2024

Sciopero alla Power One per solidarietà agli operai delle acciaierie di Terni. Manifestazioni in tutta la Toscana

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La Rsu dello stabilimento di Terranuova ha deliberato per venerdì un’ora di sciopero a fine turno per solidarietà verso gli operai delle acciaierie Ast di Terni in seguito agli scontri con gli agenti a Roma. Alessandro Mugnai, segretario provinciale della Cgil di Arezzo: “L’arma vincente è il lavoro non il manganello”

Oltre a tutta la Toscana anche il Valdarno si unisce alle iniziative di solidarietà verso gli operai delle acciaierie Ast di Terni rimasti coinvolti negli scontri con gli agenti a Roma durante una manifestazione. La Rsu della Power One di Terranuova ha deciso un'ora di sciopero a fine turno per venerdì 31 ottobre.

"Lo stabilimento di Terni è al centro di una spinosa vertenza, in quanto l’azienda ha deciso di ridurre il numero degli addetti,  licenziando 537 lavoratori. Questa simbolica iniziativa, analoga a tante altre che si stanno svolgendo in tutta Italia, secondo le intenzioni della RSU, deve servire da stimolo per una riflessione da parte di tutti i nostri colleghi. Quanto accaduto ieri a Roma è inaccettabile, riporta a pratiche in uso in tempi bui per la democrazia e per il nostro Paese, non può essere certo questa la tanto decantata modernità, invitiamo le istituzioni e il governo centrale a prendere le distanze da certi episodi, a garantire la libera manifestazione dei cittadini e, soprattutto, a ricercare una soluzione per la vertenza della AST di Terni".

Sull'argomento interviene anche Alessandro Mugnai, segretario provinciale della Cgil di Arezzo.

"Si respira un clima di anni '60 che intossica il dialogo e la capacità di trovare soluzioni alla crisi ecopnomica. Il Governo deve mettere in campo molto soggetti per fronteggiare la crisi economica. Tra questi non c'è la polizia. E molte azioni: tra queste non ci sono le cariche contro i dimostranti. È il secondo episodio in pocotempo. A Torino si è respirato l’odore dei lacrimogeni. A Roma il “sapore antico” delle manganellate. Azioni inqualificabili ma ancora più incomprensibili perché non siamo nel contesto storico dei governi di destra degli anni sessanta ma nei “nuovissimi” anni dell’era Renzi”.

“Non vorremmo che la terza fase fosse quella dell’ordine pubblico – commenta Mugnai – Tutti devono mantenere la calma. Indubbiamente i lavoratori ma non possiamo certo sottovalutare il fatto che la perdita del lavoro, per chi ha 40 o 50 anni, vuol dire la compromissione del futuro dell’intera famiglia. Chi scende in piazza in questa situazione ha probabilmente diritto al dialogo e alla comprensione, anche se alza un pò la voce. Il soggetto che deve dimostrare maggiore maturità e compostezza è lo Stato. In tutte le sue articolazioni, comprese le forze dell’ordine”.

 

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