17, Aprile, 2024

Sciopero alla De Angeli, i sindacati: “Assurdo, l’azienda chiede turni più duri ma non sistema il ciclo produttivo”

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In sciopero i circa trecento lavoratori dell’Istituto De Anglei di Prulli. Da quasi tre anni la situazione non è cambiata, nonostante le ripetute proteste: “Manca una seria riorganizzazione del ciclo produttivo: è inutile chiedere ai lavoratori di rimanere più ore, se devono stare a guardare un macchinario fermo perché non funziona”

Sono scesi di nuovo in sciopero questa mattina, a un anno di distanza dall'ultima volta, i trecento lavoratori dell'Istituto De Angeli di Reggello, stabilimento di proprietà della multinazionale Fareva che produce medicinali. Qui il problema non è la mancanza di lavoro, anzi: gli ordinativi nell'ultimo anno, spiegano i sindacati, sarebbero anche in crescita. Ma per produrre di più serve una riorganizzazione seria del ciclo produttivo, investimenti nei macchinari: e invece l'azienda chiede turni più duri ai dipendenti. 

 

"Una situazione assurda – commentano Massimo Bollini e Mirko Zacchei, di Filctem Cgil e Femca Cisl – alcuni lavoratori ci raccontano che a volte stanno ore a guardare un macchinario fermo perché non funziona. In queste situazioni, a che serve chiedere turni più stringenti, come sta facendo l'azienda? Da mesi andiamo avanti con la stessa richiesta: mettere in atto quella riorganizzazione del ciclo produttivo che basterebbe da sola a garantire una produzione più efficace, anche senza applicare turni massacranti". 

"I lavoratori non sono qui per dire di 'no' a prescindere, non si sono mai tirati indietro di fronte ai sacrifici – aggiungono Bollini e Zacchei – ma è completamente inutile insistere chiedendo più ore lavorative, senza però mettere questi dipendenti in grado di svolgere davvero bene il loro lavoro. Di questo passo, non riuscendo a produrre volumi sufficienti e quindi non potendo oggettivamente fornire ai clienti gli ordinativi in tempo, si rischia che questi clienti si rivolgano altrove, peggiorando così la prospettiva di questo stabilimento". 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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