29, Marzo, 2024

“Rinunciamo all’import dalla Cina, produciamo qui”: ecco la Moretti Spa, azienda valdarnese che “rilocalizza”

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Un’azienda che si occupa di prodotti per sanitarie, ortopedie e rivenditori ospedalieri: fondata nel 1976, nel 2016 compie quarant’anni. Da due anni, anche grazie a un ricambio generazionale alla guida, si è riorganizzata all’interno e non solo. Coraggiosa la scelta di compiere il percorso inverso alla delocalizzazione, rinunciando ad acquistare in Cina e producendo direttamente in azienda. Sono otto le persone assunte per questo

Sono esempi di un modo coraggioso di fare impresa, che non si piega alle leggi spietate del mercato globalizzato e non si ferma di fronte agli ostacoli della burocrazia italiana. Sono le imprese che “rilocalizzano”, compiono cioè il percorso inverso rispetto a quello che va per la maggiore, la “delocalizzazione” all’estero. Ce ne sono anche in Valdarno, di esempi così: capaci di andare avanti puntando tutto sul territorio, valorizzando le sue professionalità e sfruttando le possibilità che può mettere a disposizione.

Una di queste è la Moretti Spa, azienda che nel 2016 compie quarant’anni di vita. Fondata a San Giovanni nel 1976 da Fabrizio Fabbrini, Laura Cellai e Marco Cellai, nel 2004 si è trasferita in una nuova sede a Bomba, nel comune di Cavriglia. E lì è cresciuta, in modo esponenziale specie negli ultimi anni. Il suo core business è il commercio di apparecchiature per sanitarie, ortopedie e per rivenditori ospedalieri. Protagonista del settore, commercializza sul mercato nazionale (sarà anche a Exposanità, a maggio a Bologna) e su quello europeo. Fino a due anni fa, commissionava tutti i prodotti delle sue linee ad aziende terze, situate fuori dai confini nazionali. Poi la decisione di cambiare.

“Nel 2014 – spiega Filippo Fabbrini, che insieme alla sorella Chiara guida oggi l’azienda di famiglia – abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di provare a produrre direttamente alcuni dei prodotti che commercializziamo. Abbiamo rinunciato ad acquistare dai produttori cinesi, e abbiamo ampliato lo stabilimento, fino a quel momento soltanto ad uso magazzino, introducendo una parte dedicata alla produzione”. Otto dipendenti sono stati assunti in questo passaggio, portando così il totale a 65, età media intorno ai trent’anni.

Perché rilocalizzare in Italia? “Per una questione di autosufficienza, prima di tutto. È lo stesso motivo per cui abbiamo formato al nostro interno un ufficio marketing e grafica, senza doverci rivolgere a terzi. Un altro motivo che ci ha spinto a portare all’interno la produzione è legato ai problemi che c’erano con i produttori cinesi: non solo di tempi e lontananza, ma anche di comunicazione”, spiega Fabbrini. “Adesso invece siamo in grado di intervenire con flessibilità e dinamicità, ad ogni richiesta del cliente”.

Il ricambio generazionale avvenuto un paio di anni fa, in modo graduale e con la spinta dei soci fondatori, ha portato anche altre novità, all’interno dell’azienda. Si punta molto sulle professionalità, sull’informatizzazione di tutte le procedure aziendali, e su un rigido controllo di gestione delle quattro divisioni che compongono la Moretti Spa, un metodo rigoroso che permette di tenere sotto controllo bilanci, budget e obiettivi aziendali. E in questo contesto il settore della produzione ha registrato dal 2014 incrementi fino al 150% annuo. “Certo non è semplice – conclude Filippo Fabbrini – spesso ci si scontra con burocrazie e difficoltà di ogni genere. Ma siamo convinti di aver intrapreso la strada giusta, e andiamo avanti”. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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