19, Aprile, 2024

Turismo, Irpet certifica la crescita per l’ambito del Valdarno. Quadro non completo per l’effetto Airbnb

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Tra il 2008 ed il 2018, il Valdarno, come ambito turistico, ha registrato un aumento di presenze e arrivi nel proprio territorio, come segnalano i dati di IRPET, ma c’è da considerare anche l’effetto Airbnb: mancano infatti molti dati sui turisti ospitati presso privati

Turismo in crescita in Valdarno, con alcuni aspetti da migliorare. A dirlo sono i dati statistici presentati a Bucine, comune capofila dell'ambito turistico Valdarno, durante la conferenza sulle rivelazioni statistiche 2008/2018. Un appuntamento dedicato all'analisi dei dati raccolti da IRPET, sul turismo in Toscana e nella vallata. Tra i temi affrontati anche quelli sul cambiamento nella raccolta dati, per il cosiddetto "effetto Airbnb", e le future criticità da risolvere sia per l'ambito Valdarno che per gli altri ambiti facenti parte della Toscana. Ad intervenire sono stati il sindaco di Bucine Nicola Benini, il dirigente del settore legislazione e statistica attività produttive Stefano Romagnoli e il responsabile del settore servizi ai comuni di Anci Toscana Federico Campatelli.

L'incontro è iniziato con un'osservazione positiva della Toscana che, rispetto al 2017, ha registrato 14,3 milioni di arrivi e 48,2 milioni di presenze in strutture ufficiali, registrando, rispettivamente un +4,5% ed un +3,8%. In particolare, il Valdarno aretino, rispetto al numero indice di 100 del 1998, ha raggiunto nel 2018, un numero pari a 262 nell'evoluzione delle proprie presenze con 113.739 arrivi e 442.697 presenze registrati lo scorso anno.

 

Ad aumentare, in particolar modo, è il peso degli stranieri che è passato dal 50 al 70%, con turisti per la maggior parte provenienti dall'Europa dell'ovest, con Paesi Bassi e Germania in testa per il Valdarno. Da tenere di conto, anche il turismo di quarta età, con persone dai 75 anni in su che sempre di più scelgono come meta turistica un territorio che risponda alle loro necessità in termini di servizi quali ospedali, farmacie e trasporti.

 

 

"Si tratta di dati incoraggianti, che dimostrano come l'ambito del Valdarno aretino sia cresciuto del 6% in più e abbia ottenuto uno tra i risultati migliori degli ambiti collinari – ha spiegato Romagnoli – il Valdarno, inoltre, ha avuto anche una performance meno negativa per la diminuizione degli addetti ai servizi turistici, rispetto agli altri ambiti, e registra una crescita soprattutto nei lavori a tempo determinato e, come in tutta la Toscana, nel campo della ristorazione. Il boom di crescita degli ultimi dieci anni, comunque, ha toccato principalmente agriturismi, strutture extralberghiere e campeggi mostrando un cambiamento delle preferenze del turista medio dinanzi alla scelta delle strutture ricettive".

 

 

"È da segnalare, comunque, il problema che affligge il nostro sistema di rilevazione, provocando difficoltà notevoli, a causa dell'effetto Airbnb – continua Romagnoli – non a caso, molti operatori di strutture ricettive, nonostante l'aumento dei flussi turistici hanno segnalato di avere molte difficoltà nel gestire la propria struttura; i dati, infatti ci dimostrano che mediamente l'occupazione annuale di un posto letto è del 15%, cioè 50 giorni l'anno, cifra che per una struttura non basta a coprire i costi gestionali. A noi statisti, mancano, in sostanza, metà dei dati provenienti dal mondo Airbnb e Home Away, un fenomeno da analizzare ma per il quale, purtroppo, dal territorio dell'ambito Valdarno non riceviamo sufficiente comunicazione."

Chi ospita con sistemi come Airbnb, infatti, sarebbe obbligato a comunicare la presenza di persone in soggiorno, ma spesso purtroppo non lo fa. E questo incide sulle rilevazioni delle presenze turistiche, che in questo modo non corrispondono completamente alla realtà. 

"Un fenomeno di vera e propria rivoluzione digitale – conclude Romagnoli – che inizialmente è esploso sulle grandi mete turistiche quali Firenze, ed ora, causa saturazione del mercato, si sta spostando sui piccoli centri come il Valdarno, e che conta un numero di ben 69.000 offerte in Toscana. Il problema, tuttavia, non è tanto di questi nuovi competitors, quanto delle comunicazioni pervenute a Regione Toscana, che, ad oggi, nel territorio del Valdarno sono 76 su 1748 avvisi: questo non ci permette di conoscere con esattezza cosa sta accadendo alla linea turistica degli ultimi anni e non ci aiuta ad affrontare con criterio e controllo questa grande situazione di cambiamento."

 

 

"Il 2018 ha visto un grande risultato per tutto il Valdarno – afferma il sindaco Benini – tuttavia non dobbiamo rilassarci e contare sul fatto che il nostro territorio attiri da sé vecchi e nuovi flussi turistici. Il turismo è, innegabilmente, cambiato e cerca sempre più altri tipi di offerte, quali il turismo esperienziale che richiede per il turista una cura sempre più attenta e dinamica, che lo coinvolga in manifestazioni ed eventi. Per quanto riguarda, invece le strutture messe a disposizione dai privati sulle piattaforme on-line, il comune di Bucine, già dal 2018, ha attivato gli uffici e gli organi preposti al controllo, questo lavoro ha portato alla corretta registrazione di circa 80 nuove strutture ricettive nel nostro sistema operativo".

 

 

Nella mattinata sono stati poi affrontate le fasi su cui si dovrà lavorare per migliorare l'aspetto turistico del Valdarno, nei prossimi mesi: illustrate da Federico Campatelli, comprendono il coinvolgimento degli operatori pubblici e privati per una conoscenza mirata dei mercati di riferimento e lo sviluppo di prodotti commerciali; l'avvio della progettazione di un sistema web regionale integrato con i territori e i prodotti turistici; la riorganizzazione, se necessaria, del sistema degli uffici informazioni, risolvendo criticità come la carenza di materiale informativo e promozionale anche in lingue straniere, la carenza di segnaletica e visibilità degli uffici informativi, la carente organizzazione territoriale di collaborazione e coordinamento.

 

 

"La nostra indagine ci ha riportato degli elementi importantissimi per il turismo in Toscana e ci ha sottolineato l'importanza di un servizio d'Informazione e Accoglienza Turistica adeguato ed esperto – ha detto Campatelli – quattro turisti su dieci visitando la Toscana si rivolgono almeno una volta ad uno sportello IAT, ciò implica che i servizi di  Informazione e Accoglienza Turistica siano un'attività fondamentale per la conoscenza e la valorizzazione delle risorse turistiche territoriali e che una rete ben organizzata, integrata di servizi IAT di qualità può rappresentare un valore aggiunto per tutta la Destinazione Toscana, ed essere, poi, fortemente eterogenea per servizi, dotazione e capacità di risposta alle esigenze del turismo di oggi."

 

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