25, Aprile, 2024

Mensa, sindaco e assessore scrivono al Ministero. Circa duecento i bambini non iscritti: non potranno portare il pasto da casa

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La sentenza della Cassazione ha reso illegittimo il panino portato da casa: ma la mensa resta un servizio a domanda individuale. Cosa faranno le famiglie che non hanno iscritto i propri figli? Mentre il comune riapre le iscrizioni, Chiassai e Tassi scrivono a Ministero e Regione e rilanciano: “La mensa deve diventare un servizio essenziale”

Sono circa duecento, a Montevarchi, i bambini e ragazzi che non risultano iscritti al servizio mensa, nonostante frequentino il tempo pieno o prolungato: ma se finora la loro scelta era libera, e i bambini potevano mangiare il pranzo portato da casa, ora questo non può più avvenire. Lo ha stabilito una recente pronuncia della Corte di Cassazione, che ha respinto la possibilità per le famiglie di portarsi un pasto domestico da consumarsi a scuola. Aprendo, di fatto, un altro interrogativo: se la mensa è dunque da considerarsi 'obbligatoria' all'interno del tempo scuola, e non è più a domanda individuale, si può chiederne il pagamento? O va garantito come servizio pubblico essenziale e dunque gratuito?

Questioni che a Montevarchi, qualche giorno fa, aveva sollevato il gruppo di opposizione del Partito Democratico, che aveva chiesto all'Amministrazione comunale di rivedere il Regolamento in materia, per evitare di finire con i bambini 'a pane e olio', pasto sostitutivo previsto per chi non è in regola con i pagamenti della mensa scolastica. 

Ma il sindaco Silvia Chiassai Martini e l'assessore Stefano Tassi spiegano che la questione non è legata al Regolamento comunale, quanto piuttosto alla normativa nazionale, che sarebbe a questo punto da rivedere: tanto che hanno scritto al Ministro dell’Istruzione Fioramonti e all’Assessore regionale Grieco in merito all’assenza di linee guida, parlando di rischio “caos” conseguente alla sentenza della Cassazione, e rilanciando sulla necessità, come già fatto in passato con la richiesta di una proposta di legge ad hoc, di rendere la mensa scolastica un servizio pubblico essenziale con finalità di diritto allo studio e non più “ a domanda individuale” con una tariffa da rispettare.

L’Assessore Tassi spiega: "La recente sentenza della Corte di Cassazione provoca delle contrapposizioni con la legge vigente, con responsabilità ricadenti sui Comuni e sulle Istituzioni scolastiche. L’origine del problema è di carattere normativo: i Comuni non hanno, ad oggi, l’obbligo di istituire la mensa, che rientra nei servizi pubblici a domanda individuale; solo se il servizio viene richiesto, diventa un obbligo di legge stabilire una quota di copertura tariffaria a carico dell’utenza, con agevolazioni in base al reddito e al carico familiare. La Cassazione ha stabilito invece che le famiglie, nell’accogliere il tempo pieno o prolungato a scuola, accettano l’offerta formativa che comprende anche la mensa".

"Purtroppo, però – aggiunge Tassi – a livello nazionale siamo carenti di una legislazione che considera effettivamente il tempo mensa come parte del tempo scuola. È necessario pertanto mobilitarci per chiedere che la refezione scolastica, in quanto legata al diritto allo studio, rientri di diritto nei servizi pubblici universali in modo da assicurare l’accessibilità a tutti. Esiste già una proposta di legge, richiesta dal Sindaco Chiassai Martini, già depositata in Parlamento, che va in questa direzione. Tutti i Comuni sono carenti di linee guida per gestire coloro i quali non usufruiscono della mensa, in quanto consumatori fino ad oggi di pasti domestici". 

A Montevarchi intanto si stanno riaprendo le iscrizioni: "I nostri uffici – spiega il vicesindaco – stanno collaborando attivamente con la scuola per recuperare quelle famiglie che avevano deciso di non iscriversi alla mensa: per il comune di Montevarchi sarebbero circa 200 bambini, secondo i dati dall’anno scorso. Per questo, oltre naturalmente ad una attività di informazione in tutti i plessi scolastici, riapriremo la piattaforma di iscrizione alla mensa da domani 27 settembre fino al 3 ottobre per permettere alle famiglie, che non lo hanno ancora fatto, di adeguarsi alle nuove disposizioni. Chi non risponderà, verrà contattato nuovamente dai servizi scolastici e poi dai servizi sociali per capire i motivi di una mancata assunzione di responsabilità genitoriale". 

"Mi permetto di dire al PD – attacca Tassi – che il nostro regolamento comunale non c’entra nulla con quanto sta accadendo. Grazie alle nuove modalità di accesso siamo in grado di effettuare un maggiore controllo sul numero di chi potrebbe restare senza l’attivazione della mensa, avendo gli strumenti necessari per intervenire in caso di difficoltà economiche o sociali, ricordando che lo scandalo del debito di oltre 500mila euro sulle morosità non dipendeva da famiglie indigenti, ma da benestanti che sistematicamente non pagavano il servizio. Ora che il PD è al Governo, invito i loro rappresentanti a farsi carico attivamente della nostra proposta, il testo di legge è già pronto, per rimediare alle carenze legislative e dotando i Comuni delle risorse adeguate per gestire i servizi essenziali".   

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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