23, Aprile, 2024

“Preoccupati per il territorio e il nostro ospedale”, M5S chiarisce la propria posizione sulla sanità

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Dopo il consiglio comunale in seduta straordinaria sulla sanità il Movimento 5 Stelle torna a parlare della riforma del servizio sanitario regionale ed esprime dubbi e perplessità

"La nostra profonda preoccupazione per la futura riforma sanitaria regionale nasce dall’impatto che questa avrà  sul nostro territorio e sul nostro ospedale", con queste parole Michela Fabbrini del Movimento 5 Stelle entra di nuovo nel merito della questione sanità dopo non aver votato il documento approvato dal consiglio comunale di lunedì.

M5S parte dalla riorganizzazione sanitaria della Regione Toscana con il passaggio da 12 Asl a 3. 

"Il compito degli amministratori locali dovrà essere quello di garantire, a fronte di scelte politiche del governo regionale, la tutela della sicurezza per gli utenti e gli operatori. I tagli al Fondo Sanitario Regionale a detta del Governatore costringono ad una riduzione della spesa non inferiore a 250/300 milioni. Non si capisce come il solo taglio dei direttori generali possa far conseguire tale risparmio. Inoltre sempre il Governatore ha affermato che eliminerà i doppioni dei primariati, le strutture organizzative ridondanti, le eccedenze e gli sprechi ovunque si annidino. Questo ci fa piacere l'importante però è capire cosa si intende per "eccedenza" perché può essere considerata un'eccedenza anche un ospedale come quello della Gruccia o almeno una buona parte dei suoi reparti".
 
Il Movimento 5 Stelle, poi, passa ad analizzare la qualità dei servizi offerti partendo proprio dai tagli: con l'accorpamento delle Asl si parla di circa 2.000 esuberi pari al 10% del personale.

"Non è difficile capire che non sarà possibile mantenere l'offerta al pubblico con una tale riduzione di operatori del settore. Sarà inoltre compromessa la qualità dei servizi in quanto inevitabilmente si osserverà una contrazione dell'offerta in periferia, e quindi anche del nostro ospedale, a vantaggio di una centralizzazione estrema delle specializzazioni: costringendo due terzi della popolazione regionale, compresi i cittadini del Valdarno, a rivolgersi ad un terzo delle strutture territoriali, ovvero quelle concentrate in prossimità delle Cliniche Universitarie. Posto dunque in primo luogo il problema dell'ulteriore contrazione degli organici e la conseguente ricaduta sulla qualità e quantità delle prestazioni c'è anche un secondo aspetto critico della nuova riforma cioè la centralizzazione del potere gestionale in capo ai tre super direttori con conseguente allontanamento dai cittadini. Certamente il direttore della mega ASL non sarà più sul territorio in stretto rapporto con gli amministratori locali ma sarà di esclusiva nomina politica regionale cui risponderà esclusivamente". 

Poi la diminuzione dei posti letto. Ma quello che teme di più M5S di San Giovanni è la maggiore divisione che avverrà del territorio valdarnese

"Nella Asl 8 siamo passati dagli 834 del 2012 agli attuali 761, con la prospettiva di riduzione nell'anno in corso a 742 posti letto, inclusi i posti di riabilitazione. Sempre nella Asl 8 sono nati i progetti di Teleconsulenza radiologica e cardiologica per far fronte alla carenza di servizi in periferia, c'è stata la riduzione delle guardie ospedaliere notturne e la sparizione del servizio di anatomia patologica dall'ospedale del Valdarno. Inoltre la creazione delle tre mega Asl andrà nuovamente a suddividere il nostro territorio in due con la parte aretina assieme ad Arezzo, Siena e Grosseto e la parte fiorentina che andrà con Firenze, Prato e Pistoia. Da questo consegue l'impossibilità di essere considerati nella pianificazione come un unico bacino di utenza, vanificando di fatto anche i tentativi fatti dai nostri amministratori per trovare delle sinergie tra i nostri due ospedali di zona".

Per tutti questi motivi Michela Fabbtini paventa il rischio del ricorso, in futuro, sempre maggiore al privato: 

"Anche qui sul nostro territorio spuntano sempre più strutture sanitarie private. Tale processo è già avviato per esempio per l'offerta di prestazioni radiologiche che oggi risultano più rapide in queste strutture ed anche più convenienti. Un sistema sanitario dunque ricco per i ricchi e decisamente più povero per i poveri in netto contrasto con il diritto costituzionale di equità di accesso alle cure".

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