28, Marzo, 2024

Podere Rota, Botti e Cacioli preoccupati: “La vallata perde un’altra occasione di sostenibilità”

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I sindaci Moreno Botti ed Enzo Cacioli, rispettivamente per i comuni di Loro Ciuffenna e Castalfranco Piandiscò esprimono opinioni e preoccupazioni riguardo l’eventuale ampliamento di Podere Rota.

I sindaci di Castelfranco Piandiscò e di Loro Ciuffenna, Enzo Cacioli e Moreno Botti esprimono forti delusioni per l'eventualità che la regione autorizzi un nuovo ampliamento di Podere Rota. Prima di tutto, perché alcuni comuni della vallata siano già usciti pubblicamente senza attendere la riunione del comitato AOR Valdarno, l'organo decisionale appositamente costituito per fornire risposte omogenee alla gestione dei rifiuti in Valdarno. E poi per la scelta del soggetto gestore di chiedere l'ampliamento non per il fabbisogno dei rifiuti indifferenziati del Valdarno aretino, ma per i rifiuti speciali provenienti da qualsiasi regione d'Italia. 

Le preoccupazioni del sindaco Cacioli: "L'ampliamento comunicato dall'azienda lunedì è in netto contrasto con quanto previsto dalla concessione attuale, riaffermata da specifica deliberazione del nostro Consiglio comunale inerente la chiusura concordata istituzionalmente al 2021 e con quanto richiesto da tutte le Amministrazioni del Valdarno aretino. L'azienda proponente l'ampliamento, cosi come ATO, devono tenere conto di quanto è e di quale sarà la richiesta reale di conferimento da parte della Provincia di Arezzo e solo in base a questo proporre soluzioni. Finchè non sarà concluso l'ampliamento dell'impianto di San Zeno, in una matura ottica di pianificazione regionale, il Valdarno aretino non può continuare a ricevere rifiuti di aree non dotate di idonei impianti di smaltimento. Le volumetrie proposte sono eccessive rispetto a quanto conferito negli ultimi anni e rispetto all'aumento della capacità di differenziazione dei rifiuti dei Comuni aretini". 

Fermi nelle proprie posizioni, i due sindaci propongono la redazione di un patto fra le Amministrazioni valdarnesi "che consenta, nel caso venga approvato il non auspicabile ampliamento, la realizzazione di efficaci interventi di miglioramento ambientale e riduzione della produzione di rifiuti mediante l'utilizzo dei fondi derivanti dal disagio ambientale". 

Moreno Botti ribadisce con precisione la posizione di Loro Ciuffenna : "Chiusura della discarica di Podere Rota alla scadenza naturale del 2021 come approvato in consiglio comunale; ma anche disponibilità ad accettare conferimenti provenienti dal Valdarno ancora per i prossimi tre anni in attesa della conclusione dell’impianto di San Zeno, che renderebbe finalmente superflua la discarica valdarnese. Inoltre la nostra posizione sul disagio ambientale è altrettanto netta. Non reclamiamo soldi. Noi offriamo idee sostenibili o meglio, se avessimo avuto noi la possibilità di spendere i soldi del disagio ambientale, li avremmo utilizzati solo per azioni utili a ridurre la produzione globale di rifiuti. Purtroppo chi ha beneficiato delle risorse del disagio fino ad oggi, mai le ha adoperate per questo scopo.”  

I due sindaci spiegano la loro proposta di utilizzo delle risorse del disagio ambientale ed esprimono la volontà di "usarle per investire su di una massiccia campagna di acquisto di compostiere domestiche; per aprire un Centro intercomunale del Riuso; per informatizzare le isole ecologiche; per attivare in modo permanente il ritiro di amianto domestico; per avviare la raccolta delle acque piovane domestiche; fare da sperimentatori per il Valdarno di una TARI non basata più sui metri quadri, ma sul peso dei rifiuti prodotti effettivamente; per creare un bosco di compensazione che rapporti ogni tonnellata di rifiuti indifferenziati prodotti ad un nuovo albero piantato. Infine spingere il governo nazionale alla istituzione delle Comunità di materia prima e seconda al fine di far tornare valore, diretto, ai cittadini in tema di materie differenziate". 

L'Obiettivo è quello di portare su queste posizioni anche altri comuni. I prossimi passi dei due sindaci si vedranno nella riunione dell'AOR Valdarno, convocata per mercoledì 28 ottobre. "La scelta di un ampliamento così abnorme rispetto alle necessità reali (l’intera provincia produce infatti attualmente circa 70.000 tonnellate annue di rifiuti indifferenziati da piazzare in discarica) è nelle corde di una azienda privata che deve guardare al profitto, ma non certo di una pubblica amministrazione".

"Da amministratori – concludono Cacioli e Botti – siamo molto preoccupati perché il passaggio ponte fra la situazione attuale e l’avvio di San Zeno poteva essere una grande occasione di compensazione ambientale: ampliare solo per i rifiuti domestici residui e poi chiudere definitivamente il capitolo al 2023, dimostrando ai cittadini che l’unica politica in grado di evitare i disagi dai rifiuti è la riduzione del quantitativo prodotto. Il tutto all’interno di un piano di miglioramento ambientale specifico che andava presentato prima della richiesta di ampliamento. Noi questo piano, nei dettagli descritti sopra lo applicheremo comunque, a prescindere dalle risorse del disagio o meno o dal fatto che si uniscano a noi altri territori, perché l’ambiente sostenibile e pulito è lo scopo dell’azione amministrativa. La sostenibilità è un valore morale, prima che economico per questo siamo amareggiati per questa mancata occasione: riscrivere per la prima volta l’intera visione ambientale del Valdarno”.

 

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