16, Aprile, 2024

Non accolta la richiesta di abrogare la legge sanitaria regionale. Cresce San Giovanni: “Un’altra occasione persa”

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Il consiglio comunale sulla sanità che si è tenuto nella sala della musica a San Giovanni non ha tenuto conto della richiesta di Francesco Carbini. “Altra occasione persa per dimostrare davvero, come chiedevamo noi e come chiedono molti cittadini, di spogliarsi delle appartenenze per la difesa di un servizio primario”

Il documento approvato dal consiglio comunale di San Giovanni sulla sanità ha recepito quello della lista Per un'altra San Giovanni e l'altro del Pd e impegna dunque il sindaco, anche in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci, Maurizio Viligiardi, a mettere in campo tutte le azioni possibili per unificare il bacino sanitario del Valdarno aretino e fiorentino e per salvaguardare tutte le attività e i servizi del monoblocco della Gruccia. Non ha accolto, invece, la richiesta avanzata da Cresce San Giovanni di abrogazione della legge sul riordino del sistema sanitario regionale.  

"La recente approvazione della legge sul riordino del servizio sanitario regionale toscano sancirà il definitivo ridimensionamento dell’ospedale “Santa Maria alla Gruccia”, con buona pace delle recenti passerelle mediatiche dei Sindaci (tutti targati Pd) del Valdarno – afferma Francesco Carbini – per non parlare dell’Ospedale “Serristori” che verrà ulteriormente declassato. La cosa è già decisa, a danno di una comunità che troppo ha dato, terreno di conquista del solito potere che un giorno armeggia con le discariche e il giorno dopo con la sanità". 

Il capogruppo di Cresce San Giovanni, poi, continua:

"Così, in poco tempo, verrà annullato e mortificato il lavoro di anni. Le lotte politiche e amministrative che avevano fatto sì che il Valdarno avesse avuto un unico ospedale (aperto solo 13 anni fa) diverranno carta straccia e l’unico esempio reale e concreto del tanto decantato Comune Unico non potrà più essere il fiore all’occhiello del nostro territorio. Spariranno dal nostro ospedale di S.Maria alla Gruccia la Medicina d’Urgenza e avremo solo un Pronto Soccorso, la ginecologia sotto i 900 parti sarà ridotta ad un punto nascita di primo livello. Sparirà la chirurgia d’urgenza ed avremo solo interventi programmati e di gravità medio bassa in quanto anche la rianimazione non potrà continuare ad erogare i suoi servizi in termini attuali. La cardiologia finirà con l’essere un servizio ambulatoriale. L’oncologia e il centro tumori gestito dal Calcit forse finirà in quel di Arezzo con i macchinari acquistati per milioni e pagati dai valdarnesi"

"Per noi tutto questo parte da lontano, e vogliamo ricordare ( caso mai non se ne fosse accorto) al Presidente della Conferenza dei Sindaci ( organo di vigilanza e rappresentanza sanitaria della comunità valdarnese) Maurizio Viligiardi, la situazione attuale: in medicina d'urgenza non è stato sostituito il Direttore, in ostetricia il Primario lavora ad Arezzo per 4 giorni su 6, in anestesia manca da 4/5 anni il Direttore che non è stato sostituito e si parla di declassare la struttura da complessa a semplice, la cardiologia già declassata a struttura semplice con Utic passata da intensiva a sub intensiva che ora non ha nemmeno un Direttore stabile ma solo facente funzione, per la Direzione del presidio il dottore Gialli lavora ad Arezzo 4 giorni su 5, la pediatria declassata a struttura semplice, di capi Dipartimento ne abbiamo già persi 2, anatomia patologica già ad arezzo da mesi".

Carbini continua ricordando che per aprire un confronto sull'argomento ha richiesto e ottenuto il consiglio comunale aperto sulla sanità e poi ancora precisa:

"Vogliamo davvero difendere un servizio essenziale per il nostro territorio come la sanità? Iniziamo ad unire tutte le forze e chiediamo di rivedere ciò che prevede la Regione, basando le scelte su aree davvero omogenee e su una seria ed approfondita analisi dei costi e delle risorse, a garanzia del diritto pubblico alla salute".

"Peccato che la nostra richiesta di firmare un documento per richiedere l' abrogazione della legge Regionale Toscana non sia stata accolta dal sindaco Viligiardi: altra occasione persa per dimostrare davvero, come chiedevamo noi e come chiedono molti cittadini, di spogliarsi delle appartenenze per la difesa di un servizio primario. Peccato che l' assessore regionale alla sanità non sia stato presente, forse per le solite promesse era sufficiente il Direttore della Asl Desideri"

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