20, Aprile, 2024

Morto sulla SR69: i carabinieri rintracciano l’autore dell’investimento. L’accusa è omicidio stradale aggravato dalla fuga

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I fatti risalgono al primo marzo. I carabinieri della compagnia di San Giovanni hanno rintracciato l’uomo che investì il senzatetto e fuggì. Aveva incendiato l’auto subito dopo

Il primo marzo il corpo senza vita di un senzatetto fu ritrovato a San Giovanni lungo la SR69 all'altezza del ponte del quartiere Bani. Nonostante fosse senza documenti i carabinieri della compagnia sangiovannese lo identificarono in un 60enne e dettero il via alle indagini. Adesso è stato appurato che la morte fu causata da un pirata della strada: l'uomo, un operaio, è stato rintracciato e indagato in stato di libertà per omicidio stradale aggravato dalla fuga, incendio con l’aggravante di aver cercato di inquinare e distruggere le prove e simulazione di reato in relazione alla falsa denuncia di furto.

I carabinieri di San Giovanni, dopo un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, hanno ricostruito la vicenda.  Quella notte l’uomo dopo una serata in un locale pubblico di Loro Ciuffenna, ritornando a casa, non vedendo forse la sua sagoma lungo la Regionale, investì il 60enne. Dopo essersi accorto dell'incidente, però, non si fermò per soccorrerlo ma fuggì abbandonato poi l'auto, una Fiat 500, in campagna e tornando a casa a piedi. Il giorno dopo ritornò sul luogo e dette fuoco alla macchina che venne distrutta dalle fiamme ad eccezione della targa anteriore. Successivamente si recò presso la stazione dei carabinieri di San Giovanni per denunciare il furto della Fiat 500. Il racconto fatto, però, destò subito sospetti nei militari.

Intanto i carabinieri della compagnia di San Giovanni, intervenuti sul posto dell'incidente già dalle prime luci dell’alba, dopo aver fatto tutti i rilievi del caso e passato al setaccio tutte le telecamere ritenute d’interesse, da quelle pubbliche a quelle private, avevano già acquisito elementi utili all'individuazione dell'operaio.

Il 31 marzo, quindi, su delega della Procura della Repubblica di Arezzo che ha concordato con gli elementi fino a quel momento raccolti, i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dell'uomo: alla vista dei militari l’operaio, però, messo alle strette ha deciso di collaborare per la risoluzione del caso.

Adesso è indagato in stato di libertà per omicidio stradale aggravato dalla fuga, incendio con l’aggravante di aver cercato di inquinare e distruggere le prove e simulazione di reato in relazione alla falsa denuncia di furto.

 

 

 

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