25, Aprile, 2024

Mafia e giornalismo d’inchiesta: tantissimi i giovani presenti all’incontro finale con Giovanni Impastato

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Bilancio positivo per la giornata di giovedì, segnata a Montevarchi dalla visita di Giovanni Impastato, fratello di Peppino. Libera Valdarno, che ha organizzato gli eventi, traccia il bilancio

A rafforzare il messaggio lasciato da Giovanni Impastato a Montevarchi sono stati i giovani: quelli che ha incontrato giovedì mattina, studenti delle scuole superiori; ma anche quelli, tantissimi, che hanno seguito il dibattito finale, alla Ginestra, dedicato al rapporto fra giornalismo d'inchiesta e mafia. 

Per questo il bilancio tracciato da Libera Valdarno è più che positivo, per l'intera giornata. In particolare, però, proprio per quell'incontro che ha aperto il dibattito proprio sul difficile rapporto fra i giornalisti alla ricerca della verità e le associazioni di stampo mafioso, che la verità puntano a nascondere e oscurare sempre. 

Un incontr organizzato grazie alla collaborazione tra il Presidio Giovani di Libera “Giovanni Spampinato” che lo ha promosso, l’Amministrazione Comunale di Montevarchi e il Coordinamento di Libera Valdarno. Preceduto dalla proiezione del bel film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, è proseguito con le introduzioni del nuovo referente del Coordinamento di Libera, Pierluigi Ermini, e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Montevarchi, Pierluigi Fabiano.

Centrale il dibattito condotto da Fulvio Bernacchioni. Rispondendo alle domande del giornalista del Corriere di Arezzo, Giovanni Impastato ha parlato del coraggio della verità, quando questa viene negata, e della liceità della disobbedienza civile per iniziare a vincere sul mafioso che è in tutti. Dalla nascita della Repubblica 8 giornalisti sono stati uccisi nella sola Sicilia, tanti altri minacciati ed eliminati in tutto il territorio nazionale. L'Italia si trova al 76° posto per la libertà di stampa, tra Moldavia e Nicaragua: anche per questo il giornalismo d’inchiesta è fondamentale e così tanto temuto dal potere corrotto.

"La corruzione – ha ribadito Impastato – c’è perché la mafia è dentro lo Stato, non è Antistato dunque, ma Stato; perciò è sempre in atto, oggi come ieri, il tentativo di legalizzare l’illegalità, nella realizzazione delle grandi opere, negli appalti, pei i grandi eventi, nella gestione del denaro pubblico agiscono le mafie.Peppino con le sue inchieste ha messo in difficoltà il rapporto tra potere politico e mafia, la controinformazione è lo strumento per il recupero della verità dei fatti, di una autentica democrazia. Dunque, bisogna andare, vedere, riferire, fare rete, controllare il territorio insieme". 
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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