29, Marzo, 2024

Non solo Clet: l’arte di strada snobbata o presa d’assalto dai vandali. Ma altri Comuni d’Italia hanno saputo valorizzarla

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A più riprese le amministrazioni valdarnesi hanno lanciato iniziative di street art, ultima quella di Figline e Incisa con Clet. Ma i graffiti realizzati negli anni passati sono stati presi d’assalto dai vandali o non valorizzati. E così molto spesso quella tra l’arte e i centri urbani è una difficile convivenza. Eppure in altre parti d’Italia c’è chi, con scelte anche coraggiose, ha saputo valorizzare antichi borghi medioevali. Abbiamo intervistato Luca Albertazzi, sindaco di Dozza, comune dell’Emilia Romagna.

Molto spesso quella tra l'arte e i centri urbani è una difficile convivenza, come testimonia la diatriba relativa alle opere di Clet.  Le amministrazioni valdarnesi – ed in particolare il vecchio comune di Figlline- hanno lanciato negli ultimi anni iniziative di street art, anche per recuperare zone degradate. Ma gli effetti spesso non sono stati quelli sperati.
 
Figline: Non solo Clet, ma anche i graffiti subito degradati.

Nelle scorse settimane si è scatenato il dibattito sui cartelli stradali di Figline modificati da Clet. L’artista francese che vive e abita a Firenze è  diventato famoso per aver “stickerato” i cartelli stradali di mezza Firenze ed altre importanti città internazionali. In occasione della festa della donna ha modificato un divieto di accesso ai giardini Morelli, proprio dietro il municipio, e altri cartelli nel centro di Figline. L’amministrazione guidata da Giulia Mugnai ha annunciato anche un progetto in futuro con l’artista nelle scuole. Ma non si tratta della prima iniziativa di street art a Figline e Incisa. Negli anni passati le amministrazioni guidate da Riccardo Nocentini hanno promosso la realizzazione di graffiti per riqualificare aree in stato di degrado, come i sottoattraversamenti pedonali ed il corridoio della stazione di Figline.

A pochi anni di distanza, quegli stessi graffiti sono stati presi d’assalto dai vandali e oggi, come testimoniano le foto, sono completamente irriconoscibili. Ad essere furibondi per le condizioni del passaggio pedonale della stazione di Figline non sono solo i pendolari  ed i residenti, ma gli stessi autori dei graffiti.

Castelnuovo dei Sabbioni ed il murale di Venturino Venturi

Situazione analoga negli altri principali comuni valdarnesi. Opere di ben altro pregio artistico sono quelle di Venturino Venturi a Castelnuovo dei Sabbioni: il murale per la pace, lungo 76 metri,realizzato nel 1992 ed il monumento alla Resistenza in piazza Pertini. Negli anni passati l’amministrazione di Cavriglia ha ristrutturato l’opera.

Complessivamente però i comuni valdarnesi faticano, nonostante le bellezze storiche e artistiche a promuovere la loro immagine. La vice sindaco di Reggello, Adele Bartolini ha lanciato l’idea di un brand unico per il Pratomagno ma un piano complessivo che leghi l’arte al territorio e al turismo, in Valdarno è sempre mancato e le varie amministrazioni, salve rare eccezioni, hanno proceduto più attraverso spot che attraverso interventi complessivi di promozione del territorio.

Arte contemporanea e centri urbani: una difficile convivenza anche a Firenze

Arte contemporanea e centro storico faticano a trovare una convivenza anche a Firenze. Una difficoltà che ha vissuto sulla sua pelle lo stesso Clet. Oltre alle polemiche per i cartelli stradali modificati si è acceso un bel dibattito nel 2011 e poi due anni dopo per l’installazione della scultura “l’Uomo Comune” sul Ponte alle Grazie, mentre altre sue opere sono state sequestrate dai vigili urbani. Non va meglio per le opere d’arte “regolari” donate a Firenze da altri artisti di fama internazionale. Poche settimane fa “La Pluie”, la fontana dell’ “Uomo della Pioggia” di Folon, è stata gravemente danneggiata- Un’altra opera di Folon era stata preda dei vandali alla Fortezza da Basso: “L'homme de la Paix”, successivamente trasferita nel parco dell’ospedale pediatrico Meyer. Sempre alla Fortezza è stata completamente saccheggiata e devastata “Silenzio: Ascoltate!” realizzata da Mario Ceroli in memoria dei bimbi di Beslan.

Rocambolesca la vicenda della scultura “Two Rivers”, che risale al 2009. La statua in bronzo, che simboleggia l’unione dell’Arno con il fiume Hudson, fu donata dall’artista newyorkese Greg Wyatt a Firenze. L’allora assessore alla Cultura, Giuliano Da Empoli, annunciò che l’avrebbe rivenduta su e-bay, scatenando il risentimento comprensibile dell’artista e anche di parte della città: una volta conclusa l’esposizione in Piazza della Signoria, l’opera venne ripresa dallo staff dell’artista e trasferita a Pisa. Proprio in quel periodo Wyatt donò alcune opere ai Comuni di San Giovanni Valdarno e Reggello.
 
L’esempio virtuoso: Dozza, Comune del bolognese

In altre parti d’Italia c’è chi invece, grazie anche a scelte lungimiranti, ha saputo valorizzare le bellezze storiche attraverso l’arte contemporanea e anche di strada. Un esempio sicuramente virtuoso è quello di Dozza, piccolo comune in Emilia Romagna. Dagli anni sessanta infatti viene organizzata la biennale del muro dipinto, ed il borgo medievale si anima di artisti di fama internazionale e soprattutto turisti. Dal 2000 la biennale è stata estesa anche alla frazione più industriale di Toscanella, che ospita i graffiti e le opere dei writers. Basta scorrere il sito internet del Comune e della Fondazione che organizza la biennale per ammirare il grande e meticoloso lavoro che ha portato ad un successo duraturo.

Il sindaco Albertazzi: “Un valore aggiunto anche per il turismo”

“Quest’anno ricorre il cinquantenario dalla nascita ed il merito va sicuramente a chi ebbe questa grande intuizione che ha permesso al nostro centro di farsi conoscere a livello internazionale. La biennale ha richiamato in questo lungo periodo artisti da tutto il mondo che hanno colorato il nostro centro storico – sottolinea il primo cittadino Luca Albertazzi – L’evento è reso possibile dal grande lavoro della Fondazione che si occupa di tutte le fasi dell’organizzazione. Dal 2007 la biennale è stata estesa anche a Toscanella, nella zona della stazione, dove trovano posto il writing e il drawing”. Un modo anche per far fronte alla “carenza di muri”.

Innovazione e tradizione, a Dozza il binomio è perfetto e ha dato vita a un autentico museo a cielo aperto, come sottolinea il sindaco. “Per il cinquantenario puntiamo innanzitutto sul restauro degli affreschi esistenti ma anche a cinque nuove opere che prenderanno vita a Dozza e Toscanella”. Ma il pensiero è sempre rivlto al futuro. Ed infatti negli ultimi anni, per agevolare i turisti, è stata anche realizzata una app per android e apple che consente ai visitatori di conoscere la storia degli affreschi e degli artisti che a Dozza hanno trovato dimora per le loro opere. L’appuntamento per scoprire questa cittadina unica dell'Emilia Romagna è da settembre. Visto il successo che ha avuto, forse occorrerebbe prendere esempio.

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