29, Marzo, 2024

Presunte fatture false, indagini della Finanza in azienda farmaceutica reggellese: sequestrati beni a tre amministratori

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Tra il 2012 e il 2017 lo stabilimento farmaceutico con sede a Reggello avrebbe emesso fatture fasulle verso la società capogruppo, con sede in Lussemburgo, con lo scopo di abbassare reddito e quindi tassazioni. Il sequestro dei beni agli amministratori è stato deciso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze

Sequestrati dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, nei giorni scorsi, beni per il valore di oltre 600mila euro di proprietà di tre amministratori, due francesi e un italiano, della società chimico-farmaceutica di Reggello che fa parte di una multinazionale del settore. L'accusa è di aver emesso fatturazioni false emesse nell'arco di cinque anni, per circa 6 milioni di euro. 

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, dottoressa Antonella Zatini, arriva dopo una serie di indagini condotte tra il 2017 e il 2018 dalla Guardia di Finanza su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze, dottor Gianni Tei. 

Il valore sequestrato "per equivalente" corrisponde all’ammontare delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero state evase dalla società farmaceutica tra il 2012 e il 2017, attraverso fatture false. In pratica la società, che fa parte di un gruppo imprenditoriale del settore, tra i principali a livello mondiale, avrebbe pagato fatture emesse nei suoi confronti dalla società capogruppo, stabilizzata in Lussemburgo: ma si sarebbe tratto di fatture per prestazioni che, pur descritte come “servizi manageriali”, non erano mai state effettuate.

In questo modo, la società reggellese sarebbe riuscita a far figurare, in maniera fraudolenta, redditi inferiori a quelli reali, pagando di conseguenza imposte minori di quelle dovute. L’ammontare complessivo delle operazioni inesistenti, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, avrebbe sfiorato i 6 milioni di euro, comportando anche evasioni dell'Iva, per circa 250 mila euro, e dell’Irap per oltre 270 mila euro.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati