29, Marzo, 2024

Inchiesta sul caporalato, braccianti sfruttati anche nell’azienda figlinese di Sting. A sua insaputa

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L’inchiesta della procura di Prato stamani ha portato all’esecuzione di undici misure di custodia cautelare: l’accusa è sfruttamento di manodopera clandestina, caporalato per il lavoro nei campi. Spuntano anche i terreni figlinesi del cantante, che gli inquirenti precisano: non era informato dei fatti

Richiedenti asilo pagati pochi spiccioli, braccianti sfruttati che avrebbero lavorato anche nei terreni figlinesi della tenuta di Sting: senza che il cantante britannico ne sapesse nulla. È quanto è emerso dall'inchiesta che la Procura di Prato ha portato avanti, con l'esecuzione dalla mattina di giovedì 13 ottobre di cinque arresti domiciliari e sei obblighi di dimora.

Un'operazione contro il caporalato e lo sfruttamento di cittadini extracomunitari da parte di un gruppo di pachistani che, secondo la procura, per anni avrebbe reclutato centinaia di persone per lavorare a nero in alcuni terreni del Chianti fiorentino, in particolare in quelli della Coli spa, con sede a Tavarnelle Val di Pesa. Tre amministratori della società sono ai domiciliari: l'ipotesi di reato nei loro confronti è "associazione a delinquere finalizzata all'acquisizione di manodopera clandestina".

L'indagine è partita a primavera dopo la denuncia di due lavoratori sfruttati. Undici le misure cautelari eseguite con accuse che vanno da intermediazione illecita nel reclutamento di cittadini extracomunitari a truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ma anche interramento di rifiuti speciali, emissione di fatture false, ostacolo alle indagini e frode. Alle indagini hanno collaborato Digos di Prato, polizia stradale, Guardia di finanza e Corpo forestale dello Stato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, alcuni dei lavoratori extracomunitari sfruttati dal gruppo sarebbero stati impiegati anche nei terreni valdarnesi dell'azienda agricola di Sting. Nel corso di una conferenza stampa, secondo quanto riporta l'Ansa, gli inquirenti hanno precisato che "erano stati informati del fatto che alcuni di questi lavoratori avrebbero prestato la propria opera nei terreni di una famosa star internazionale che però era all'oscuro di tutto e non era presente. Abbiamo verificato tutto con scrupolo ed escludiamo nel modo più assoluto ogni sua responsabilità rispetto ai fatti in oggetto".

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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