23, Aprile, 2024

Il valdarnese Alessandro Bencivenni alla finale dei MIA 2014, il premio ai migliori siti italiani

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Il suo blog “Prof. Digitale” è stato incluso tra i finalisti per la categoria “Miglior sito educational”. Domani sera la premiazione in occasione della Festa della Rete – BlogFest a Rimini

Scuola e tecnologia possono andare a braccetto. A dimostrarlo è Alessandro Bencivenni, insegnante valdarnese, che qualche anno fa ha dato vita ad un blog, ProfDigitale.com, all'interno del quale affronta temi strettamente legati all'educazione, alla scuola e al rapporto con la tecnologia.

In poco tempo il sito ha raggiunto molti consensi, tanto che è stato selezionato per i Macchianera Awards 2014, il premio più importante per i siti italiani. ProfDigitale parteciperà alla finale nella categoria "Miglior sito Educational", insieme a Rai Cultura, National Geographic, Wikipedia Italia, Focus. Le votazioni sono già concluse e i vincitori delle varie categorie verranno annunciati domani sera a Rimini, dove è in corso la Festa della Rete.

Siamo andati, perciò, a conoscere un po' meglio Alessandro.

Chi è Prof Digitale?

Prof Digitale sono io, Alessandro Bencivenni, 34 anni, valdarnese, docente di lingua francese della scuola secondaria di secondo grado.

Come è nato il progetto di aprire un blog che parlasse di scuola e tecnologia?

La tecnologia e l’informatica sono da sempre un mio pallino. Sono il classico parente e amico che si chiama nel momento in cui c'è bisogno di sistemare un computer o collegare i fili dietro il televisore. Quando ho iniziato ad insegnare, quasi dieci anni fa, introdurre questa passione nel mio lavoro è stato abbastanza naturale, ma devo ammettere che ne è passato di tempo prima che mi venisse l’idea di aprire un blog. Nel 2012 avevo bisogno di nuovi stimoli e mia moglie, che non ringrazierò mai abbastanza, mi ha convinto ad incanalare i miei interessi, scuola e tecnologia, in un blog, e così è natoProfDigitale.com .

I ragazzi oggi usano praticamente in maniera quotidiana smartphone, tablet e si collegano a internet costantemente. I suoi studenti che rapporto hanno con le nuove tecnologie?

Uno dei miei obiettivi è quello di far capire, non solo ai giovani, ma anche ai colleghi ed ai genitori, che la familiarità con smartphone, PC ed Internet non significa padronanza del mezzo. In molti casi i ragazzi sanno fare tre o quattro cose (collegarsi a Facebook, postare una foto su Instagram, inviare messaggi a raffica su Whatsapp) e ci sono alcuni che lo fanno anche in maniera sbagliata. Spesso non si rendono conto di cosa fanno con la propria immagine in Rete, né delle conseguenze di ciò che scrivono. E nonostante tutto c’è ancora un tasso enorme di "analfabetismo informatico”: ho avuto alunni che non sapevano neanche dove inserire l’indirizzo di un sito all’interno del browser. Abbiamo etichettato questa generazione con il termine “nativi digitali” ed abbiamo dato un sacco di cose per scontate, ed invece i nostri ragazzi hanno bisogno di essere guidati.

La scuola italiana sta ampliando i suoi orizzonti al digitale o c’è ancora qualcosa da fare?

Mi verrebbe da dire che c’è ancora tutto da fare. C’è da formare gli insegnanti, a mio modesto parere la prima azione da intraprendere se vogliamo traghettare la scuola italiana nel ventunesimo secolo. Mettere in mano un tablet ad un prof o ad una maestra serve a poco, se non cambia la didattica. Dobbiamo anche ricordare il problema delle infrastrutture: ci sono scuole non collegate alla Rete; ci sono laboratori pieni di computer obsoleti; ci sarebbero nuove competenze da introdurre già dalla scuola primaria, come il saper programmare. Insomma, c’è davvero moltissimo su cui lavorare.

Da qualche anno si parla spesso di cyberbullismo. Come cerca di spiegare il problema ai giovani?

Negli ultimi anni mi sono concentrato molto sul problema, organizzando corsi che spiegassero ai miei alunni cosa fosse il cyberbullismo e quali conseguenze potesse avere. Faccio sempre un esempio, che generalmente rimane impresso. La Rete è come un coltello: ci si può ferire se si utilizza male; si può essere feriti da qualche malintenzionato; e noi stessi potremmo finire per ferire qualcuno. Tuttavia è impensabile vivere senza Rete (e senza coltelli in cucina) perché nella maggioranza dei casi gli utilizzi che se ne fanno sono positivi. Non criminalizzare Internet, quindi, né spaventare, ma responsabilizzare e puntare sull’empatia, facendo capire che chiunque, anche il più popolare o la più carina della scuola, potrebbe essere vittima di un cyberbullo.

Veniamo al premio Macchianera 2014, si aspettava la convocazione alla finale nella categoria “Miglior sito Educational”? Insieme a Prof. Digitale ci sono anche Rai Cultura, National Geographic, Wikipedia Italia, Focus, una bella soddisfazione.

Un'enorme soddisfazione ed una sorpresa davvero inaspettata! Un semplice insegnante di provincia che si trova a gareggiare con nomi di questo calibro è davvero una cosa eccezionale, ma la Rete è bella anche per questo. 

Qualche novità e progetto per il sito e non solo?

Il sito ed i canali social, Facebook e Twitter, continueranno su questa linea, aiutando il maggior numero di persone possibili a conoscere nuovi strumenti, buone pratiche e storie di successo formativo grazie alle nuove tecnologie. A breve poi dovrebbero essere pubblicate una serie di video-lezioni che ho registrato per un portale di Mondadori Education che mira alla formazione dei docenti al digitale; un’altra bellissima soddisfazione.

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