28, Marzo, 2024

Giudice di Pace, via libera a nuove competenze. Paterniti: “Così in Valdarno paghiamo un prezzo doppio, colpa della scarsa lungimiranza”

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Cambiano le regole sulla competenza del Giudice di Pace: il Senato ha approvato la legge delega di riforma che estende le sue competenze sia in ambito civile che penale. A maggior ragione, il Valdarno perde un presidio di giustizia fondamentale. L’amarezza dell’avvocato Paterniti, membro dell’Associazione Avvocati del Valdarno

"Per il Valdarno è una perdita doppia, se possibile". C'è amarezza nelle parole dell'avvocato Leonardo Paterniti, promotore fin dall'inizio della battaglia per salvare prima il Tribunale di Montevarchi, invano, e poi il Giudice di Pace, anche in questo caso senza successo. Perché le ultime disposizioni approvate dal Senato avrebbero dato proprio al Giudice di Pace una serie di deleghe in più, preziose per i cittadini. 

La legge delega di riforma della magistratura onoraria ha ampliato infatti le competenze del Giudice di Pace, sia in ambito civile che penale. La competenza diventa pressoché esclusiva sulle controversie in materia condominiale, che dunque passeranno dal Giudice di Pace; ma si rivolgerà a questo organo anche chi è coinvolto in espropriazioni mobiliari, o per la volontaria giurisdizione sia sul versante generale, per i casi di minore complessità, sia sul versante delle successioni. E poi, si occuperà anche di cause relative a beni mobili fino a 30mila euro e risarcimenti dei danni da veicoli fino a 50mila euro. Insomma, una fitta costellazione di casi a cui si sommano le deleghe penali, per i reati di minacce, di furto, querela. 

Tutte materie che contano centinaia di casi, che ogni anno coinvolgono cittadini e imprese del Valdarno. Per questo avere almeno il Giudice di Pace a Montevarchi avrebbe semplificato tante procedure: "Eppure – conclude Pateriniti – la scarsa lungimiranza di Palazzo Varchi ha finito con il lasciarsi sfuggire un'occasione preziosa. Le ormai note vicende relative ai ritardi del sindaco di Montevarchi nel fornire al Ministero di Giustizia quanto richiesto, fino all'incapacità di individuare il personale per la cancelleria, dimostrano che non si è fatto il possibile per salvare questo presidio di Giustizia". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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