19, Aprile, 2024

Fosso di Ragnaia e sgombero di una famiglia: la vicenda discussa in Consiglio comunale

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Nell’ultima seduta consiliare è stato il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Mario Cianferoni, a presentare una interpellanza e una mozione in cui si chiede chiarezza sulle modalità in cui l’amministrazione si sta interessando della vicenda

La situazione del borro di Ragnaia e quella di una famiglia sgomberata dalla sua casa per rischio di incolumità pubblica: sono le due questioni, collegate fra loro, che il consigliere del Movimento 5 Stelle Mario Cianferoni ha sottoposto all'attenzione del consiglio comunale di Castelfranco Piandiscò, nel corso della sua ultima seduta. Si tratta, nello specifico, della vicenda della famiglia Tiranno, costretta con una ordinanza a lasciare la sua casa per i rischi legati anche alla tenuta dei terreni circostanti, attraversati proprio dal fosso di Ragnaia. 

La quesione del borro è annosa: "C'è uno scarico fognario assolutamente attivo – ricorda Cianferoni – che riversa artificiosamente un notevole quantitativo di acqua in pochissimo tempo, direttamente nel Borro di Ragnaia, provocando dilavamento ed erosione delle sponde fluviali per tutto il suo alveo. Nel corso del 2017 sono stati eseguiti da Publiacqua lavori per la posa di tubature fognarie di grande diametro in un tratto in Loc. San Miniato – Via di Montecarelli, e i reflui vengono inviati per la quasi totalità nel Borro di Ragnaia, per cui se l’intervento eseguito da Publiacqua ha risolto a monte dello scarico la criticità idraulica del sistema fognario, questa è stata trasferita a valle dello scarico stesso per l’incremento della portata dell’acqua". A valle del borro si trova proprio l'abitazione che è oggetto di ordinanza di sgombero.

"Il comune, con l’Ordinanza n° 21/ del 29/12/2017 rivolta esclusivamente ai Sig.ri Tiranno, ha disposo l’evacuazione dell’edificio storico e dei terreni circostanti di proprietà, a tutela dell’incolumità dei cittadini; tale ordinanza è dichiarata “contingibile ed urgente” addossando ai soli sig.ri Tiranno ogni onere e impegno per la messa in sicurezza non solo della loro proprietà con rimozione del tombamento del tratto di borro eseguito da ignoti, ma anche del Borro di Ragnaia su proprietà altrui, pena lo sgombero immediato", aggiuge Cianferoni, che ricorda nel documento come già l'Unione del Pratomagno, nel 2009, era statto impegnato a intervenire per mettere in sicurezza il fosso, invano; e che nel 2014 la Forestale aveva riscontrato nel borro di Ragnaia sversameni di liquami. 

Insomma, i problemi ci sono da tempo: "Perché allora a fronte di una situazione che si protrae da quasi dieci anni, il Comune solo oggi invoca l’urgenza e la contingenza dell’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza, pena lo sgombero dall’abitazione e dai terreni della sola famiglia Tiranno?  Perché il Comune nell’ordinanza non ha menzionato né coinvolto Publiacqua, principale responsabile delle portate d’acqua massime, oltretutto in un lasso di tempo brevissimo, e tramite condotta fognaria del tutto artificiale? Perché non ha coinvolto gli altri proprietari dei terreni sui quali o si sviluppa l’alveo, o si presentano criticità di erosione ed asporto materiali, ma ha intimato ad un unico soggetto di eseguire lavori di messa in sicurezza idraulica, anche sulle proprietà altrui?", chiede nell'interpellanza il consigliere pentastellato. 

In una mozione, invece, Cianferoni ricorda che nel giro di poche settimane il comune ha emesso un'altra ordinanza di sgombero, dopo la frana di Campiano, e punta il dito contro l'amministrazione comunale per aver distinto "cittadini di serie A e cittadini di serie B, con il comune che si rende disponibile a trovare ai 10 residenti di Campiano di Sotto, Campiano di Sopra e Ori  una adeguata sistemazione a seguito dell’evacuazione, mentre alla famiglia Tiranno, sei persone tra cui un bimbo piccolo, tale opportunità viene negata". 

In una nota, il sindaco ha chiarito però che "la messa a disposizione da parte dell'Amministrazione comunale di soluzioni abitative disponibili, per cui è stata espressa disponibilità a tutti gli interessati, è subordinata alla verifica delle condizioni socioeconomiche" e che comunque "ad oggi nessuno degli interessati delle due ordinanze ha presentato ai servizi sociali del comune alcuna richiesta documentata", assicurando che "questa amministrazione non esiterà a mettere a disposizione i mezzi finanziari e le risorse umane disponibili, se dovuto, per qualsiasi esigenza di protezione delle persone e particolarmente dei minori". 

 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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