19, Aprile, 2024

Contagi al Serristori, i Cobas: “Ecco gli effetti di una gestione aziendale pericolosa e fallimentare”

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I rappresentanti dei lavoratori parlano di “pericolosissime criticità gestionali” che hanno portato ai contagi fra i degenti e gli operatori sanitari dell’ospedale figlinese. “La Regione ora accerti le responsabilità e azzeri i vertici aziendali”

Sette infermieri, quattro operatori sociosanitari e un medico: è il pesante bollettino dei contagi da Sars-Cov2 all'interno dell'ospedale Serristori. A fare il punto sono i Cobas, rappresentanti dei lavoratori che puntano il dito contro la direzione aziendale. "Tutto questo avviene a causa delle carenze di personale, di una approssimata gestione della sorveglianza attiva sul territorio durante il periodo estivo, di una mancata messa in sicurezza delle infrastrutture presenti nei presidi ospedalieri vuoi perché non funziona la macchina della maxi emergenza, vuoi per le continue violazione sulle norma in materia di tutela della salute dei lavoratori, oltre al malfunzionamento del Dipartimento dell’area tecnica, che in ottemperanza alle scellerato politiche di contenimento della spesa procede lentamente nei lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione dei reparti". 

"Questa lentezza senza una conclusione dei lavori di manutenzione e ristrutturazione del presidio è fonte di rischio e di focolai, come sta accadendo nel presidio ospedaliero Serristori. Come COBAS – prosegue la nota – avevamo contestato già il 1 settembre 2020 la chiusura del reparto filtro per i ricoveri ritenendo questa scelta della Direzione Generale pericolosa e dannosa sul versante della sicurezza, della presa in carico dei pazienti con conseguenti rischi clinici e infortuni sul lavoro, come ora stanno accadendo: 7 infermieri, 4 Oss e 1 medico per ora… risultano positivi, almeno tre di loro con sintomi conclamati". 

I Cobas chiedono l'apertura di una immediata inchiesta da parte della Regione Toscana, del nuovo assessore regionale alla sanità e dei Sindaci del Valdarno fiorentino "su questa scelta di eliminare il reparto bolla e di aver trascurato le più banali norme di prevenzione sanitaria". E chiedono inoltre "a fronte a questi contagi e focolai che si stanno manifestando nel presidio, l’effettuazione immediata di screening (tamponi naso-faringei) su tutti gli operatori dell’Ospedale. Per quanto attiene in questa fase la gestione dei flussi territoriali del 118 da parte dei Dirigenti e delle Direzioni Sanitarie, esse non hanno tenuto nella dovuta attenzione la scellerata chiusura del reparto filtro e hanno continuato nell’invio,come se niente fosse, di pazienti con sintomi simil influenzali in un presidio ospedaliero come il Serristori definito No Covid". 

L'attuale gestione "va subito fermata", aggiungono i Cobas, che ricordano: "Sulle carenze di dotazioni di personale avevamo denunciato anche il trasferimento coatto di 15 lavoratori (infermieri e oss) dal Serristori verso il presidio OSMA, una scelta questa che ha contribuito ad aumentare precarietà, criticità, rischi e pericoli. Rinnoviamo la richiesta di reintegro immediato presso il presidio ospedaliero Serristori, quale sede di assegnazione dei lavoratori trasferiti a forza all’OSMA e la riapertura della Medicina A i cui posti letto sono inoccupati. Ci preoccupa lo stato in cui versa il CUP front-office del presidio Serristori, l’attuale organizzazione del lavoro improntata su turni di 12 ore, e l’alto afflusso e assembramento di utenza in strutture inadeguate a rispettare i relativi distanziamenti. Attualmente sono insostenibili i più di 400 utenti che ogni giorno affluiscono al centro unico di prenotazione ospedaliero". 

In chiusura, per tutti questi motivi i Cobas chiedono "alla Regione Toscana, così come era stato richiesto dai Sindaci del Valdarno Fiorentino l’azzeramento dei vertici aziendali che si stanno rivelando ancora una volta incapaci a gestire in sicurezza la USL Toscana Centro. 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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