19, Aprile, 2024

Cattivi odori dalla discarica di Podere Rota, Csa Impianti scrive una nota: “Verifiche e sopralluoghi mostrano che è tutto a posto”. Ma Arpat contesta tutto

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Sul sito di Csai compare una informativa relativa ai controlli Arpat del 2014: “Sono conclusi e mostrano il rispetto di tutte le norme, ma non abbiamo il permesso di pubblicare gli esiti”. Arpat replica smontando tutte le dichiarazioni: “I cattivi odori ci sono, e occorre lavorare per evitarli”

Versioni diverse e discordanti sulla questione dei cattivi odori prodotti dalla discarica di Podere Rota. Una nota di Csa Impianti, società che gestisce la discarica terranuovese, datata 29 gennaio, è stata smentita oggi da un'altra nota, questa volta di Arpat: e l'Agenzia regionale per l'ambiente ci va giù dura. 

Andiamo con ordine. La prima nota è quella di Csai, pubblicata sul sito della società. Fa riferimento ai controlli svolti proprio da Arpat nel corso del 2014: e sostiene, in pratica, che è tutto a posto, in particolare sul fronte dei cattivi odori. "Con il sopralluogo di ieri 28 gennaio 2015 si è conclusa l’Ispezione AIA 2014 da parte di Arpat […]. Le procedure ispettive dei funzionari Arpat erano cominciate già a dicembre 2014 e si sono protratte fino a ieri con il rilascio al Direttore Tecnico di Csai Spa del verbale in cui si certifica il rispetto dell'AIA e delle prescrizioni in essa contenute, e da cui risulta che l'impianto è perfettamente in regola e che durante i ripetuti sopralluoghi non si sono registrate anomalie e/o percepiti cattivi odori particolarmente significanti".

"I sopralluoghi – si legge ancora nella nota – si sono andati ad aggiungere alle numerose visite ispettive di Arpat durante tutto il 2014 a seguito di segnalazioni da parte di alcuni cittadini della presenza di cattivi odori. Anche nel corso di queste verifiche l’ente di controllo ha sempre preso atto che la conduzione dell’impianto risultava rispettare tutti gli adempimenti normativi e che a tal fine non sono mai stati fatti rilievi o riscontrate particolari criticità, anche sul versante delle molestie olfattive".

E infine, Csai parla dell'impossibilità di pubblicare tutti i dati: "Ci piacerebbe rendere pubblici tutti i verbali rilasciati da Arpat perché riteniamo che la trasparenza sia il nostro migliore biglietto da visita (oltre che la nostra migliore arma di difesa nei confronti dei ripetuti attacchi che subiamo, specialmente sui social network)  ma in sede di Osservatorio sulla discarica di Podere Rota, a cui partecipano gli enti e i rappresentanti dei cittadini, ci è stato richiesto di non farlo. In ogni caso, trattandosi di documenti della Pubblica Amministrazione, chiunque sia interessato può fare richiesta di accesso agli atti presso le autorità competenti".

Tutti i punti vengono contestati da Arpat, che oggi è intervenuta con una lunga nota sul proprio sito internet: "Il contenuto di quella pubblicazione tende a far credere che i risultati dell'attività di controllo […] hanno verificato che tutto andava bene, che non si erano verificate maleodoranze e che, per un qualche motivo non precisato, gli esiti dell'ispezione ambientale […] non potevano essere pubblicati". E invece Arpat presenta un'altra versione dei fatti.  

"La discarica di Podere Rota, come è ampiamento noto, è oggetto da molto tempo di numerose segnalazioni di maleodoranze da parte dei cittadini, che in alcuni periodi sono state particolarmente frequenti, ad esempio nel mese di ottobre 2014. Proprio in seguito a quelle segnalazioni ed agli accertamenti svolti, con comunicazione del responsabile del Dipartimento Arpat di Arezzo del 17 novembre 2014 agli enti interessati, all'Osservatorio ed al Csai si evidenziava che si rendono necessari, in relazione alla criticità del sito, ulteriori sforzi per prevenire e contenere le emissioni odorigene all’esterno. A tal fine si ritiene che il gestore debba approfondire, già in fase di accettazione iniziale delle diverse tipologie di rifiuti, gli aspetti connessi al potenziale odorigeno […] e tutto debba far parte di uno specifico piano di gestione degli odori che il gestore debba redigere e presentare agli enti e che, previa valutazione, possa far parte dell’atto autorizzativo".

"Arpat da sempre svolge una intensa attività di controllo sull'impianto, assicurando piena trasparenza ai suoi esiti […]. L'attività di controllo relativo agli impianti AIA svolta dall'Agenzia è complessa […] e quindi viene svolta attraverso diversi sopralluoghi. A conclusione di tutte le attività di controllo viene quindi redatto un Rapporto di ispezione che costituisce il documento nel quale sono compresi tutti i risultati degli accertamenti svolti. La notizia pubblicata sul sito del Csai in realtà fa riferimento al verbale di un sopralluogo effettuato, e non al rapporto di ispezione AIA 2014 conclusivo: questo è ancora in corso di redazione da parte del Dipartimento Arpat di Arezzo e sarà presto reso disponibile". 

"Anticipando anche gli esiti del rapporto di ispezione 2014 – conclude Arpat – si sottolinea come questo confermerà quanto scritto nella lettera a Provincia e Comune dello scorso 17 novembre 2014: come si può capire si tratta quindi di una situazione complessa, le maleodoranze ci sono ed occorrono sforzi ulteriori per evitarle. Con la sua attività di controllo l'Agenzia sta operando perchè questo effettivamente avvenga, e gli enti competenti possano disporre nei confronti del gestore quanto necessario".  

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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