Il Pubblico Ministero ha presentato al Gip la richiesta di archiviazione per il parroco della Collegiata di Montevarchi che aveva acquistato dall’antiquario Verdi quattro quadri rubati. Secondo le indagini al momento dell’acquisto non sapeva della provenienza illecita. Lui commenta: “Si chiude una storia che ha avuto più clamore mediatico che altro”
"Si chiude una storia che è stata più sui giornali che altro". Così Don Claudio Brandi, parroco della Collegiata di Montevarchi, oggi commenta la richiesta di archiviazione nei suoi confronti presentata dal Pubblico Ministero di Arezzo, Marco Dioni, al Gip.
Don Claudio era finito all'interno dell'indagine perché aveva acquistato dall'antiquario Gianfranco Verdi, titolare di un negozio nel centro di Montevarchi, quadri del '600 che erano risultati poi rubati ad un avvocato di Città di Castello.
Secondo le risultanze delle indagini, però, il parroco non sapeva della provenienza illecita delle opere nel momento in cui le aveva acquistate, la scorsa estate: fu informato da Verdi soltanto dopo che erano già partite le indagini, nel novembre scorso.
Impossibile dunque configurare il reato di ricettazione, per il quale era partita inizialmente la denuncia nei confronti di Don Claudio. L'ultima parola adesso spetterà al Gip.
"Io sono sereno oggi come lo sono sempre stato, in questa storia. La risonanza mediatica e il clamore che ha avuto questa vicenda sono stati enormi, ma io sapevo di avere la coscienza tranquilla, e per noi cristiani la coscienza è quello che davvero è importante", conclude oggi Don Claudio.
Anche la Diocesi di Fiesole commenta con una nota: "La Diocesi apprende con sollievo dal legale che ne ha curato la difesa, che la procura di Arezzo ha richiesto l'archiviazione dell'indagine riguardante il reverendo don Claudio Brandi".
